Il dato certo è che i tempi previsti dalla legge regionale di contabilità non sono stati rispettati neanche quest’anno, come già accaduto nel 2002. Solo nei giorni scorsi, il Consiglio regionale dell’Umbria ha approvato a maggioranza la legge di assestamento del bilancio di previsione del 2003 e l’autorizzazione all’esercizio provvisorio per quello del 2004. Più difficile è capire da che parte stanno le responsabilità di questo ritardo, visto il ping-pong tra maggioranze e opposizioni in Consiglio regionale. Secondo il centrosinistra, infatti, la colpa è soprattutto delle ristrettezze e dei rigori della legge finanziaria in discussione al Parlamento. Per il centrodestra, invece, dietro ai ritardi ci sono le profonde divisioni all’interno dell’esecutivo e della maggioranza, per la ripartizione delle risorse disponibili. Minimizza in aula l’assessore al Bilancio, Vincenzo Riommi. Nonostante tutto, sostiene, l’Umbria riuscirà ancora una volta a tenere i suoi conti a posto e a evitare, quasi sicuramente, aumenti della pressione fiscale per il 2004. Al 30 novembre il bilancio regionale, secondo l’assessore, risulta in linea con le previsioni iniziali, senza scostamenti significativi e con un’oculata gestione del debito, delle spese di funzionamento e del personale, che consente di liberare circa 3 milioni e 400 mila euro, da spendere ora su settori strategici come il turismo, l’agricoltura, le politiche sociali e anche a favore di Comuni e Province che gestiscono deleghe regionali. Anche il relatore di maggioranza, il diessino Costantino Pacioni, mette in evidenza come il contenimento dei costi nei settori della sanità, del debito e del personale permetta alla Regione di scongiurare altre tasse per il 2004. Ma i gruppi di opposizione a Palazzo Cesaroni criticano con durezza la gestione dell’ente, a cominciare dal fatto che ancora non è stato approvato nemmeno il consuntivo del 2002. E da quello doveva partire la procedura di valutazione politica per il bilancio di previsione del 2003. Il relatore di minoranza, Ada Spadoni Urbani, parla di ritardi molto gravi politicamente e istituzionalmente. Il termine fissato per l’approvazione della legge di bilancio ‘ spiega il consigliere di Forza Italia ‘ è obbligatorio e vincolante per l’amministrazione regionale, anche se la mancata previsione di sanzioni nella legge di contabilità potrebbe far pensare che non sia perentorio. Secondo Andrea Lignani Marchesani (An), vice presidente della commissione Bilancio, è un dato di fatto che i conti di tutte le regioni siano estremamente rigidi e diano quindi poco spazio alle scelte di allocazioni dei fondi. Quello umbro ‘ ad esempio ‘ è ingessato per l’85 % solo da sanità, infrastrutture per la mobilità e amministrazione generale. In questo contesto, Lignani Marchesani ricorda di aver proposto più volte la modifica della legge regionale di contabilità, almeno per limitare i problemi tecnici legati alle scadenze di bilancio sempre rimandate. Va detto anche che sui conti della Regione Umbria, le agenzie internazionali che si occupano di analisi di rating per operazioni di finanza strutturata non hanno modificato il giudizio sostanzialmente positivo. Così Standard & Poor’s che mantiene stabile il rating AA- anche per il 2003, nonostante il declassamento di molte Regioni italiane, come Lombardia, Emilia Romagna, Toscana e Valle d’Aosta, che sono ora allo stesso livello della nostra regione. Stabile e positiva anche l’analisi di Moody’s, con il rating AA3.
Bilancio approvato fuori tempo
Regione. L'85 per cento delle risorse vanno alla sanità
AUTORE:
Daniele Morini