Borghi immaginifici

Al Museo della Castellina di Norcia mostra fotografica dedicata ai centri storici

Fino al 20 gennaio il Museo della Castellina di Norcia ospita il progetto fotografico di Rolando Marini, docente universitario di Sociologia della comunicazione di massa, e dedito alla fotografia fin dal 1975.
Lo studio è dedicato a scorci e vedute dei centri storici colti nei forti contrasti di luci e ombre proiettate sui monumenti nelle diverse ore del giorno e immortalate dall’attento studio dell’artista.
“Il progetto – spiega Rolando Marini – vuole proporre vedute e scorci di città antiche, tra reale e immaginifico, dove lo spazio fisico esprime un suo spirito; per trarre l’immateriale da ciò che è materiale e cogliere peculiarità e irripetibilità di atmosfere che non sono sempre nella natura dei luoghi, ma possono essere nello sguardo umano. E per questo divengono spunto per la creatività e per l’espressione figurativa. In un certo senso – continua l’artista – questa lettura vuole rappresentare la declinazione fotografica del concetto rinascimentale di città ideale, teso anch’esso ad esprimere il carattere metafisico dello spazio urbano; non rifacendosi, tuttavia, ad un anelito di perfezione trascendentale, ma muovendosi alla ricerca dei significati di spiritualità che lo spazio urbano può evocare grazie alla luce. Si propone così una lettura radicalmente e provocatoriamente anti-metropolitana, contro la concezione stessa della città contemporanea, pervasa di non luoghi e trasudante una logica del tutto disumanizzante”.
“La mostra temporanea – dice Maria Angela Turchetti, direttore del Circuito museale nursino – è allestita all’interno della sezione civica e diocesana del Museo della Castellina tentando un doppio percorso e una duplice lettura. A capolavori indiscussi quali la Vergine Annunciata di Jacopo della Quercia o al gruppo dell’Annunciazione di Luca della Robbia, si affiancano particolari inediti di monumenti storici trasfigurati da forti contrasti luministici: le immagini sacre che popolano il Museo civico e diocesano sembrano così trasmutare nella ieraticità dei luoghi letti ed interpretati con gli occhi dell’anima, offrendo spunti di riflessione per chiunque voglia andare al di là del visibile e scandagliare, negli spazi assolati e nelle ombre profonde che nascondono i particolari, l’immensa spiritualità della natura umana e delle sue creazioni”.