Tempo di grazia! Stiamo per immergerci nella gioia della resurrezione di Cristo. A distanza di una settimana, avremo la canonizzazione di Carlo Acutis. Due eventi non separati, e non separabili. Nei Santi è Cristo Risorto che trionfa. Il giovane “millennial” che salirà agli onori degli altari per tutta la Chiesa parla di Gesù al mondo. Si muove nell’orbita dell’Eucaristia. Attrae i giovani al Vangelo. Quello che sta sotto i nostri occhi non finisce di stupirci.
Nella vita di Francesco di Assisi successe qualcosa di simile: i seguaci divennero migliaia nel giro di pochi anni. Un frate gli chiese: “Perché a te tutto il mondo viene dietro”? Un giornalista me lo ha chiesto per Carlo: perché tutto il mondo gli va dietro? In effetti i pellegrini arrivano sempre più numerosi al Santuario della Spogliazione. Il classico paesaggio della devozione assisana riceve un tocco nuovo, in piena armonia con quello francescano, come ho spiegato nel libro Carlo Acutis sulle orme di Francesco e Chiara d’Assisi
“Il fenomeno Acutis”, un ragazzo normale
Si sta verificando un movimento sorprendente anche a livello mediatico. Il “fenomeno Acutis”. Questo giovane, che i coetanei sentono uno di loro, un “ragazzo normale”, sta seminando speranza, gioia e fede in tutti gli ambienti, e soprattutto nelle fasce giovanili. A ciò si aggiunge che la sua intercessione sta ottenendo tante grazie. Non c’è solo il miracolo di Valeria Vargas, col quale si è approdati alla canonizzazione. Ce ne sono tanti altri. Certo, c’è anche il rischio che tanto interesse scivoli in un devozionismo deteriore, come quello che si è fatto complice di quei truffatori che non hanno avuto ritegno di far mercato persino delle sue reliquie e mi hanno costretto a sporgere una formale denuncia all’autorità giudiziaria. Sono fenomeni che non hanno a che fare con la fede. Semmai con il magismo e l’idolatria del denaro.
La bellezza di un cristianesimo vero
La figura del Santo che sarà proclamato il 27 di aprile dev’essere mediata per quello che è: la bellezza di un cristianesimo vero, gioioso, sorridente, che racconta e testimonia lo splendore della Pasqua. Si muove nella luce di quel Dio che, non pago di farsi carne, vivendo con noi e come noi, si fa anche pane, con un gesto di altruismo estremo che giunge a dire, in un mondo in cui gli appetiti più aggressivi e grossolani fanno strage dei più deboli, “prendete e mangiate, questo è il mio corpo”. Una rivoluzione dell’amore. Anzi, la verità dell’amore.
L’amore e la capacità di fare di te stesso un dono
L’amore non è nell’attrazione che ti fa strumentalizzare l’altro e lo piega ai tuoi gusti e al tuo piacere. L’amore è nella capacità di fare di te stesso un dono. È l’amore spiegato dalle mamme che ogni giorno si donano ai propri figli, o dagli eroi dell’altruismo che sanno correre come volontari dovunque ci sia bisogno di aiuto, o da quanti ogni giorno, nel nascondimento, fanno il loro dovere in ogni ambito sociale e professionale, perché si realizzi il bene comune e non solo il bene e il profitto personale. Quanto abbiamo bisogno di questo splendore, mentre l’orizzonte mondiale è ancora così segnato da guerre e rovine, e tante cose ci inducono a cedere alla tristezza e allo scoraggiamento. Il Risorto torna a dirci, anche attraverso Carlo, quello che disse ai suoi discepoli la sera di Pasqua: “pace a voi”!
Il suo motto “Non io, ma Dio”
Carlo Acutis si è messo sulle orme di Francesco e Chiara. Il suo motto: “Non io, ma Dio”. L’Eucaristia, la sua “autostrada per il cielo”. I poveri non solo soccorsi, ma trattati come amici. Insomma, il Vangelo vissuto nella normalità. Come a dire: non hai più scuse, quello che ho fatto io, lo puoi fare anche tu. È in questa luminosa semplicità la grande attrazione di Carlo.
Domenico Sorrentino
vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e Foligno