“C’è bisogno di solidarietà perché nessuno si senta solo”

A colloquio con mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni-Narni-Amelia

Mons. Paglia come vivere nel modo migliore questo Natale 2002?”Nel buio della violenza, dell’ingiustizia, della guerra, l’unica parola che rischiara ancora è l’amore, che è poi il senso del Natale stesso. Il Natale, infatti, è una parola d’amore così forte e impegnativa da farsi carne e che ci manifesta l’amore di Dio. Vorrei dire a tutti di accogliere questa parola d’amore che Dio dona agli uomini, a ciascuno di noi, particolarmente a chi ne ha bisogno. Nel silenzio, di fronte alle tragedie che stanno trascinando l’umanità in una situazione di crescente tristezza, c’è bisogno di una parola, nuova e antica allo stesso tempo: “Amore” che da valore alla compagnia, affetto, solidarietà, amicizia. Si declina e si manifesta in tanti modi, una stretta di mano, un’opera buona, una visita, un ricordo, una preghiera, un aiuto economico concreto, piccolo o grande esso sia. Tanti e molteplici sono i modi d’amare al punto che nessuno può dire: io non ho bisogno d’amore o io non so come amare. Sappiamo quanto sia necessario essere amati e quanto sia indispensabile voler bene agli altri. Il mio augurio a tutti di un felice Natale. Pregherò per voi, per tutti. Chi si sente un po’ più triste sappia che il Vescovo, con la sua preghiera e con il suo affetto, gli è vicino. Gesù è venuto per chi ha bisogno, per quelle persone e paesi più deboli e più poveri che hanno bisogno di sostegno e di aiuto. Ecco perché non è nato nei grandi palazzi, ma fuori città, in una stalla. Dio ci ama a tal punto da venire in uno sperduto posto, per dirci io voglio bene a te. E allora come non possiamo non accogliere e non voler bene a un Dio che ci viene così incontro?”. Come sarà il Natale per la diocesi?”Vorrei che fosse un Natale non all’insegna del consumismo e delle luci festose che lasciano poi tutto immutato. Un Natale che, al contrario, deve toccare i cuori e far uscire tutti dal torpore e dall’appannamento della vita quotidiana. Da una parte si dice che il Natale dia il senso della famiglia, ma dall’altra rischiamo invece che la solitudine si rafforzi. C’è bisogno di solidarietà, amicizia, fraternità, perché nessuno si senta solo. Un Natale che non sia come quello di 2000 anni fa, quando Gesù non fu accolto, come narra il Vangelo di Luca. Noi al contrario vogliamo accogliere tutti, senza distinzione. Un “Natale amico” dei più poveri, soli, malati, bisognosi. Un Natale all’insegna della legge dell’amore appunto, incominciando con il grande pranzo di Natale in cattedrale del 25 dicembre. Una solidarietà che dovrà essere per tutti e di tutti. Avete presente il Paradiso? Quel che è impossibile normalmente, il giorno di Natale in cattedrale diventa possibile, vogliamo sconfiggere la rassegnazione, e riuscire a cambiare qualcosa anche con i piccoli gesti di ognuno. Ci saranno 150 persone: poveri, zingari, persone sole e famiglie, servite da giovani e anziani volontari, che hanno dato la loro disponibilità a trascorrere al servizio questo giorno. Per tutti sarà un vero pranzo di Natale con tanto di regalo “personalizzato” per ciascuno. Una grande “predica” a tutti, fatta non solo di parole ma di fatti concreti, perché il nostro messaggio possa arrivare in quei luoghi dove c’è maggiore preoccupazione, sofferenza, tristezza, solitudine e dove è necessario più che altrove portare la luce della speranza e della fraternità. Vorrei ricordare anche il Te Deum di ringraziamento il 31 dicembre a cui ho invitato tutte le autorità per fare insieme, di fronte alla città, il bilancio dell’anno che finisce. L’altro appuntamento è per il 1 gennaio 2003. In quel giorno la messa della città delle ore 12.00 in cattedrale a Terni sarà una messa per la pace, ricordando anche i 40 anni dall’enciclica di papa Giovanni XXIII Pacem in Terris e non dimenticando i passi compiuti e quelli ancora più importanti e numerosi da compiere verso la pace nel mondo. Per questo invito tutti ad essere presenti il primo dell’anno. Qualcuno magari sarà ancora un po’ addormentato e frastornato dal veglione di fine anno, ma insieme potremo stringerci in unico grande abbraccio di pace”.

AUTORE: Elisabetta Lomoro