Celebrato il secondo anniversario del sisma a Pierantonio e Sant’Orfeto. Lo stato della ricostruzione
«Come in maniera efficace ha titolato La Voce – il nostro settimanale – “la speranza non trema”. Certo, come Gesù nella pagina evangelica che abbiamo ascoltato, anche noi siamo nel deserto, simbolo di tutto ciò che ci espone alla prova. Il deserto è il luogo dei riferimenti labili, del disorientamento, della tentazione. La prima, forse la più pericolosa, è quella di lasciarsi prendere dallo sconforto e dalla rassegnazione.
Nel deserto si deve scegliere se fidarsi o disperare; se riconoscersi comunità, che anche nella precarietà cammina unita, o lamentarsi e mormorare perché sembra che Dio ci abbandoni e che l’unica logica sociale affidabile sia quella dell’ognuno per sé».
Lo ha sottolineato l’arcivescovo Ivan Maffeis nell’omelia pronunciata domenica 9 marzo, nella piazza di Pierantonio, alla celebrazione eucaristica presieduta insieme al parroco don Raffaele Zampella del secondo anniversario del terremoto del 9 marzo 2023. Sisma che mise a dura prova le popolazioni di alcuni centri abitati dell’Alta valle del Tevere, in particolare Pierantonio e Sant’Orfeto, nei comuni di Umbertide e Perugia.
Aiutarci a guardare avanti
Alla presenza di numerosi cittadini, dei rappresentanti del Governo, della Regione, delle Amministrazioni locali e del “Comitato Rinascita Nove Marzo”, l’arcivescovo ha espresso «un pensiero particolare – e non solo per la cortesia dovuta all’ospite – al Commissario straordinario per la ricostruzione, Guido Castelli, per la sua presenza e, ancor più, per il suo fattivo impegno. È con questo spirito che intendiamo vivere questo anniversario e aiutarci a guardare avanti, grati per i passi compiuti, anche grazie agli investimenti di qualche imprenditore», ha evidenziato monsignor Maffeis.
In attesa di poter indossare il vestito più bello
Prima ancora l’arcivescovo aveva detto, richiamandosi a quanto era accaduto giorni fa alla Casa Bianca, senza menzionarla, «anche noi siamo in attesa del giorno in cui poter indossare il nostro vestito più bello, tornare ad abitare il paese, stare insieme al suono delle nostre campane e delle voci dei nostri bambini, poterci riprendere gli spazi delle relazioni e del lavoro che il sisma di due anni fa ci ha sottratti».
Una ricostruzione che va oltre il colore politico
«Rispetto al racconto dal quale sono partito – ha aggiunto –, noi partiamo avvantaggiati. Non solo perché non siamo in guerra, ma perché qui non c’è nessuno che miri ad umiliare l’altro. Che lo costringa all’angolo. Che si diverta a metterlo in imbarazzo. Anzi! Qui ci sono Istituzioni dal Comitato “Rinascita Nove Marzo” alle Amministrazioni comunali – che non si caratterizzano per il colore politico; Istituzioni che, in maniera propositiva, hanno accompagnato l’iter delle leggi finanziarie e i relativi emendamenti, fino ai recenti stanziamenti; Istituzioni che lavorano insieme perché il giorno della festa si avvicini».
Il testo integrale dell’omelia dell’arcivescovo è consultabile e scaricabile sul sito: www.diocesi.perugia.it (sezione “gallery”); mentre il nostro settimanale dedicherà un articolo alla celebrazione di questo anniversario nell’edizione cartacea della prossima settimana.
Le parole del commissario alla ricostruzione sen. Castelli
Intanto riportiamo quanto detto alla commemorazione dal commissario straordinario alla ricostruzione, il senatore Guido Castelli, alla presenza del sottosegretario agli Interni, Emanuele Prisco, della presidente della Regione, Stefania Proietti, della sindaca di Perugia, Vittoria Ferdinandi, dei sindaci di Umbertide, Luca Carizia, e di Gubbio, Vittorio Fiorucci, del presidente del comitato “Rinascita Nove Marzo”, Paolo Arcelli, e di altri rappresentanti istituzionali.
«Sono consapevole – ha commentato – che la domanda principale che tutti si pongono è su quali saranno i tempi necessari per la ricostruzione. Quello che posso dire è che, grazie all’Usr e alla Protezione Civile sono stati condotti i più di mille sopralluoghi che ci hanno consentito di individuare il danno nella sua consistenza, circa 400 abitazioni private, più gli edifici di culto e quelli pubblici. La settimana scorsa è stato pubblicato un decreto, pieno di contenuti pragmatici, nel quale c’è stata la previsione dei primi 90 milioni che serviranno solo per il 2025 e il 2026 per attivare le progettazioni».