Celebrato nella cattedrale di Perugia il Mercoledì delle Ceneri

L’arcivescovo Maffeis nell’omelia: “Permettiamo allo Spirito del Risorto di tornare a rialzarci come fa il vento con la polvere”

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L'arcivescovo mMfeis in piedi benedice le ceneri davanti all'altare della cattedrale di Perugia

“Ricevere sul nostro capo un po’ di cenere è un richiamo alla verità di ciò che siamo, non un gesto di mortificazione… Cosa siamo?”. Se lo è chiesto l’arcivescovo Ivan Maffeis alla celebrazione eucaristica del Mercoledì delle Ceneri, nella cattedrale di San Lorenzo di Perugia, rivolgendosi ai fedeli all’inizio dell’omelia.

L’omelia del Mercoledi delle ceneri

“Per rispondere – ha detto – basterebbe recuperare una delle due formule che accompagna l’imposizione delle cenere: ‘Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai’. Parole un po’ difficili da pronunciare oggi, in un mondo sempre più alle prese con le paure, le disperazioni…, ma il cammino quaresimale ci ricorda che è il soffio dello Spirito ad animare la terra che siamo. Ci porta a prendere le distanze da quello che siamo, a lasciare i nostri egoismi, le nostre chiusure, le nostre rabbie, il nostro peccato confidando nella Misericordia di un Dio che perdona, e a rispondere con una novità di vita”.

“Camminate insieme nella speranza”

“Lasciamoci riconciliare con Dio, come ci dice l’apostolo Paolo nel richiamarci ad una vita autentica, lontana dall’orgoglio”. E’ stato il richiamo di mons. Maffeis nell’esortare i fedeli “ad abitare, invece, nell’umiltà, nella verità, nella bellezza. E come si fa a vivere questa bellezza? Ci viene in aiuto il messaggio del Papa per questa Quaresima che ci dice: ‘Camminate insieme nella speranza’, ma quante volte facciamo fatica a fare quel passo verso l’altro, altro che camminare! Il camminare ci fa sentire in sintonia con quello di un intero popolo che muove verso la terra promessa, che lascia una terra di schiavitù per una terra di libertà. Ci fa sentire l’eco del grido di tante persone che oggi compiono lo stesso itinerario, lasciano una terra di violenza, di sopraffazione dove non c’è pane alla ricerca di una vita migliore”.

Camminare insieme significa essere tessitori di unità

“Camminare insieme è la vocazione della Chiesa, della comunità cristiana ma anche della stessa società civile; insieme, nessuno è un viaggiatore solitario. Camminare insieme, dice il Papa, significa essere tessitori di unità, persone che sanno riconciliarsi e riconciliare. Significa andare avanti senza covare nel proprio cuore rancore, invidia, sentimenti che tante volte vengono ad offuscare, a togliere pace, a spegnere la vita”.
“Abbiamo bisogno di speranza nel camminare insieme – ha sottolineato mons. Maffeis nell’avviarsi alla conclusione dell’omelia -, abbiamo bisogno di questa certezza che la propria vita non è incamminata verso il nulla, verso la polvere perché è Dio la nostra speranza”.

Il nostro digiuno alimenti la carità

Una prospettiva provvidenziale che “aiuta a fare la nostra parte in termini di giustizia, di fraternità, di cura della casa comune, a lasciarci interrogare dalle necessità anche materiali di tanti fratelli e sorelle. Facciamo in modo che il nostro digiuno quaresimale alimenti la nostra carità, la nostra condivisione permettendo allo Spirito del Risorto di tornare a rialzarci come fa il vento con la polvere. Permettiamo allo Spirito del Risorto di abitare questo nostro corpo di terra in attesa dell’incontro definitivo verso il quale siamo incamminati”.

 

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