Chiesa di Dio, popolo in festa

Todi. L’arcivescovo consacra la chiesa di San Martino a Pian di San Martino

“Oggi con la riapertura della chiesa di Pian di San Martino la comunità cristiana locale si impegna ad un rinnovato cammino e animata dalle tre virtù teologali – fede, speranza e carità -, confida in Dio e va avanti fiduciosa”. Lo ha detto l’arcivescovo mons. Marra, amministratore apostolico della diocesi di Orvieto-Todi accolto dal parroco don Alessandro Fortunati, dal Consiglio pastorale, dal sindaco di Todi, Ruggiani, e dalle altre autorità locali. Subito dopo, preceduti dalla banda di Pian di San Martino, processionalmente, hanno raggiunto il tempio gremito di fedeli mentre la Schola diretta dal m° Marco Venturi ha intonato l’inno d’ingresso “Chiesa di Dio / popolo in festa / alleluia, alleluia / Chiesa di Dio, popolo in festa / canta di gioia, il Signore è con te!”. Dopo la benedizione dell’acqua e l’aspersione, il canto del Kyrie, del Gloria e la recita della Colletta, è stata proclamata la Parola. All’omelia, mons. Marra, ispirato dal brano di Neemia, ha invitato ad essere nella gioia perché una Chiesa che riapre al culto è segno di risveglio, di rinascita, di volontà di riprendere un cammino. Con riferimento, poi, al Vangelo laddove nel brano del dialogo tra Gesù e la samaritana si parla del luogo dell’adorazione dell’unico Dio (per i samaritani il luogo è il monte Garizim, per gli ebrei è il tempio di Gerusalemme, per i cristiani è la Chiesa), ha colto la distinzione e il legame tra chiesa edificio e Chiesa mistero: “Come infatti la famiglia ha bisogno di una casa dove abitare – ha detto l’arcivescovo – così la Comunità cristiana necessita di un luogo dove potersi incontrare”. E la Chiesa – ha affermato con forza – è quella che deriva da Cristo e dagli apostoli, facendo riferimento ad illecite consacrazioni episcopali avvenute fuori della Chiesa. Portando l’esempio di se stesso, ha spiegato cosa è la continuità apostolica: “Io – ha detto – sono stato consacrato dal card. Poletti, il card. Poletti è stato ordinato dal suo predecessore vescovo e così via; se torniamo indietro troveremo come alle origini ci siano gli apostoli, e questa è la vera Chiesa”. Dopo la recita del Credo, quella delle litanie dei santi e la deposizione delle reliquie nell’altare, sono iniziate le preghiere di dedicazione e le unzioni, unzione dell’altare, delle pareti e delle 12 croci che simboleggiano i dodici apostoli mentre la schola intonava “O fiamma viva d’amore che soave ferisci…”. A seguire l’incensazione dell’altare e delle pareti della chiesa, l’illuminazione della chiesa, dell’altare e la sua preparazione con tovaglia, croce, candelieri e fiori. Terminati, così, i riti di consacrazione hanno avuto inizio la liturgia eucaristica con la presentazione dei doni e l’orazione sulle offerte, i riti di comunione, la solenne reposizione del santissimo Sacramento, l’orazione dopo la comunione e i riti di conclusione con la solenne benedizione impartita dall’arcivescovo mons. Marra.

AUTORE: Antonio Colasanto