Come migliorare il sistema degli appalti pubblici in Umbria?

Difficoltà per le imprese umbre nell'aggiudicarsi appalti "sostanziosi"

Le imprese edili umbre funzionano ma si aggiudicano appalti di piccole e medie dimensioni. Nel 2000 l’importo complessivo dei lavori appaltati a 184 aziende regionali è di quasi 201 miliardi ma la percentuale sul totale della somma (527 miliardi) è del 38,1 per cento. Per dimostrare la difficoltà delle imprese umbre nel confrontarsi con appalti di una certa entità, basta fare un confronto con le imprese laziali che sono appena 84 ma si sono aggiudicati appalti per oltre 176 miliardi con una percentuale del 33,4 per cento dell’importo totale. Questi dati sono stati resi noti dall’Osservatorio dei lavori pubblici dell’Umbria nel corso di un incontro, presente il presidente dell’autorità della vigilanza sui lavori pubblici, Francesco Garri. Maurizio Grandolini, responsabile dell’osservatorio umbro, ha segnalato un elemento, apparentemente secondario, ma che può essere fonte di riflessione. “Per un terzo dei lavori appaltati non si indicano costi per la sicurezza, nonostante la legge preveda che vengano individuati per gli appalti pubblici. Dal punto di vista pratico – ha osservato – dice poco perchè non si applica il ribasso sui costi della sicurezza ma è una questione culturale. Se uno si dimentica di indicarli, vuol dire che c’è una certa disattenzione su questa problematica”. Tra gli altri dati va segnalata una forte incidenza della trattativa privata. La legge lo consente, perché legata al terremoto. Nel 2000 ci sono stati 109 contratti d’appalto aggiudicati con la trattativa privata per un importo di oltre 103 miliardi su oltre 500. Altro elemento da rilevare è il forte ribasso d’asta. Più aumenta l’importo dei lavori e più si incrementa lo “sconto”. Fino a 4 miliardi di lavori il ribasso raggiunge l’11 per cento, da 4 a 10 miliardi sale al 18 per cento per toccare il 26 per cento quando si superano i 10 miliardi. Edilizia sanitaria e ospedaliera, opere stradali, infrastrutture per l’agricoltura e difesa dai dissesti sono i settori che hanno impegnato le risorse maggiori nel 2000. Non va sottovalutata l’incidenza dei contenziosi aperti nella fase di gara. Sono stati infatti presentati ricorsi amministrativi su presunte illegittimità del provvedimento di aggiudicazione dell’appalto o dalla sua esclusione. I casi più rilevanti sono il completamento del nuovo ospedale di Foligno e il primo stralcio del progetto esecutivo per le opere di adduzione primaria del serbatoio sul fiume Chiascio. L’importo dei lavori complessivo dei lavori interessati dal contenzioso è di oltre 170 miliardi. Ma come può migliorare il sistema degli applati pubblici nella nostra regione? Oltre all’indicazione generale dell’attività di vigilanza e della necessità di migliorare la qualità delle aziende, il presidente dell’autorità per la vigilanza sui lavori pubblici, Francesco Garri, ha sottolineato alcuni aspetti specifici dell’Umbria. “Ci possono essere miglioramenti nell’azione amministrativa per una maggiore tranquillità degli operatori – ha detto – ma occorre anche una migliore dinamicità del mercato che opera al momento in ambiti un po’ ristretti”. E’ intervenuta anche la presidente della Giunta regionale umbra, Maria Rita Lorenzetti, che ha invitato i piccoli Comuni ad associarsi nella realizzazione di opere pubbliche di rilievo. Ha inoltre annunciato la presentazione di una disegno di legge regionale per l’estensione del Durc (documento unico di regolarità contributiva), applicato per il terremoto, a tutti gli appalti pubblici o privati con sostegno pubblico. La proposta, una volta approvata, verrà inviata all’attenzione del Parlamento.

AUTORE: R.C.