Come pietre vive per aiutare a costruire la Città dei ragazzi

Riprendono gli incontri promossi dalla parrocchia di Olmo. Primo ospite sarà Eraldo Affinati, docente ed educatore della Città dei ragazzi di Roma
La Città dei Ragazzi
La Città dei Ragazzi

Ricominciano gli incontri dell’associazione “Pietre vive” proposti dall’oratorio “Don Dario Pasquini” della parrocchia di Santa Maria della Speranza di Olmo a Perugia. Quella di quest’anno è la quinta edizione. Negli anni scorsi “Pietre vive” ha trattato temi sociali quali la legalità e l’aborto, promuovendo, iniziative concrete dirette ai giovani.

Il primo incontro, che si terrà al centro Mater Gratiae di Montemorcino venerdì 8 novembre alle ore 21, avrà come ospite Eraldo Affinati, docente ed educatore della Città dei ragazzi di Roma.

“Ho sognato la futura Città dei ragazzi di Roma, una comunità dove i diritti e i doveri innati della missione affidata da Dio a ogni ragazzo nella società sarebbero stati rispettati. Una fraterna comunità, dove giovani, presi cinici dalle loro esperienze negative, avrebbero imparato la difficile arte del vivere insieme in libertà, in mutua tolleranza, in pace”.

Queste le parole di mons. Caroll Abbing, che allo scoppio della Seconda guerra mondiale riceve da Pio XII l’incarico di occuparsi del settore “Aiuti alle popolazioni martoriate dalla guerra”. Ed è in questo periodo che la sua vita viene segnata da un episodio particolare: la vista di un bambino di tre anni ai lati della strada di Albano dopo un bombardamento davanti ai cadaveri dei genitori.

Decide quindi di dedicarsi all’aiuto di bambini, giovani e ragazzi rimasti soli a causa della guerra. Terminato il conflitto, sui campi di battaglia collabora con l’ambasciatore americano presso la Santa Sede che aveva voluto formare un’organizzazione chiamata “American Relief for Italy” (Aiuti americani all’Italia).

Bisognava dare ai ragazzi uno spirito di autogoverno, renderli consapevoli di non essere soli e incapaci di decidere. Così nel 1953 acquista il terreno “Le Colonnacce” in via della Pisana, dove il 6 ottobre viene fatta la cerimonia della posa della prima pietra di questo progetto, di questa utopia che diventa realtà. La Città dei ragazzi ha scuola, mensa, laboratori, piscina, una propria moneta e ogni giorno vede riunirsi l’Assemblea composta interamente dai ragazzi, cuore della dialettica cittadina nella quale vengono prese decisioni e scritte leggi, che li rendono protagonisti della propria formazione, capaci di trovare tra loro la soluzione ai problemi.

Nata come opportunità per le vittime dei conflitti mondiali, oggi ospita i ragazzi che in questo momento ne hanno bisogno: i “figli” dell’immigrazione. Vengono da tutto il mondo e hanno situazioni complicate alle spalle. Gli insegnanti, tra i quali lo stesso Affinati, si rendono conto che quello che viene chiesto loro non è stare dietro la cattedra e fare la lezione, ma svolgere la propria professione con passione, capaci di cambiare l’esistenza ai propri alunni.

AUTORE: Maria Teresa Cappannini