“Il Regno dei cieli è qui”. La più grande rivoluzione della storia dell’umanità inizia con questa breve frase. In queste poche parole è condensato l’amore di Dio per tutti gli uomini di ogni epoca. Il regno di Dio non è semplicemente vicino, non sta arrivando, non è soltanto a portata di mano: è qui! È il luogo dentro il quale siamo immersi.
Il brano del Vangelo che andiamo a leggere questa domenica segna il passaggio di testimone tra l’attività di Giovanni Battista (di cui abbiamo parlato domenica scorsa) e quella di Gesù Cristo. Il cammino di Gesù per le strade della Galilea inizia con questa affermazione: “Il Regno dei cieli è qui”, e ancora: “Convertitevi”. Che significato hanno queste affermazioni? “Convertitevi” non è tanto un’affermazione di carattere morale, o almeno non in via principale. È una richiesta di attenzione che Gesù pone agli uomini, pone a noi, a me, a te. Convertiti, cioè volgi il tuo sguardo verso di me. Stai guardando nella direzione sbagliata, stai dando attenzione a cose secondarie, stai ritenendo importanti per te, per la tua famiglia, cose che non lo sono o lo sono molto poco. “Convertiti”, una sola parola ma densa di significato: stai guardando un orizzonte che non ti aiuterà a trovare la felicità. Punta il tuo sguardo, la tua attenzione, i tuoi desideri, verso di Me, verso il suono della mia parola, verso la luce della mia persona; cambia direzione al tuo cuore, guarda il cammino che io ti indico. Che cosa ci indica Gesù? Ci indica che il suo regno è qui. Ora. In questo momento della nostra vita, in cui i conti non tornano. In cui i prepotenti e gli arroganti vincono e governano.
In questo momento di dolore, in questo momento in cui ci sembra di essere perduti. In questo momento il Regno dei cieli è qui. Nelle domeniche che seguiranno leggeremo altri brani del Vangelo in cui Gesù spiegherà in modo sempre più pieno cosa sia il regno di Dio, ma già ora ci anticipa dei “pezzi di significato”. Dire che il regno di Dio è qui significa dire che Dio, proprio ora, sta regnando sulla terra. Se è iniziato il regno del Padre, il regno di Colui che è fedele, allora possiamo dire che ha avuto inizio il regno della promessa. Quello del Padre è il regno che racchiude tutti i desideri dell’uomo, la sua libertà, la sua felicità, la sua immortalità, la sua salvezza.
È il regno delle promesse che Dio ha riservato all’intera umanità e a ognuno di noi personalmente. Tramite Gesù Cristo questo Regno è iniziato ormai circa 2.000 anni fa. È iniziato con parole semplici ma profondamente rivoluzionarie. Come la parola “seguitemi” che viene rivolta ai primi apostoli: Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni. Seguimi, vieni dietro di me. Entra nel regno del Padre, che già ti avvolge; scegli di appartenere a quel Regno, dove le promesse che tuo Padre ti ha fatto, fin da quando ti ha pensato, si compiono. Gesù è il primo ad andare a pesca di uomini. Ci “pesca” con la sua voce che mira dritto al nostro cuore; ci pesca dall’abisso dove ci siamo perduti, dove non entra più luce, né per noi né per le nostre famiglie. Spetta a noi lasciarci pescare. Rispondere a quella voce con la stessa prontezza degli apostoli.
Ma noi quali aspettative coltiviamo nelle nostre famiglie? Da chi ci aspettiamo che venga la salvezza? Come facciamo a riconoscere la voce che salva in mezzo alle tante voci che ci bombardano ogni giorno? È un discorso che meriterebbe spazio e magari anche un luogo di confronto. Qualcosa possiamo dirla però. La voce di Gesù punta al cuore. È così anche per le molte altre voci che chiassose ci arrivano ogni giorno? C’è una vera via di uscita, immediata, dalla palude in cui la nostra società si è inabissata, come molti vorrebbero farci credere? Oppure quella voce che ci chiede di iniziare un cammino per costruire il Regno è l’unica veramente credibile? Fidiamoci del Dio fedele e facciamo iniziare il regno qui, ora, perché “il popolo che sedeva nelle tenebre vide una grande luce”.