Compie 100 anni la Fabbrica tabacchi

Azienda-simbolo non solo per la sua longevità, ma per l’originalità della sua organizzazione

Nata nel 1911 dietro la spinta di sei agricoltori, la “Fattoria autonoma tabacchi” (Fat) ha festeggiato lo scorso fine settimana 100 anni dalla sua fondazione. Un’azienda che può essere considerata uno dei simboli per la tabacchicoltura altotiberina e un emblema della ricchezza e del lavoro che il tabacco ha portato nel territorio dell’alta Umbria nel corso del tempo. L’azienda stessa ha avuto da sempre come propria filosofia di gestione la spinta verso il progresso e lo sviluppo tecnologico e il miglioramento delle strumentazioni per accrescere la produzione e abbassare i costi del prodotto da commercializzare. La storia della Fat è costellata da tanti successi. Basta pensare al numero degli associati e dei lavoratori: una decina nei primi anni, ma già 230 nel 1924, per superare le 1.500 unità negli anni ’50. La Fattoria autonoma tabacchi è cresciuta fino a diventare il polo di riferimento per chi si dedicava alla coltivazione del tabacco in Valtiberina. Non sono comunque mancati momenti di difficoltà per questa azienda, come durante i due conflitti mondiali o nel dopoguerra, con la lotta fra manodopera e amministratori. La Fat è comunque riuscita ad andare avanti ed arrivare fino ai nostri giorni, anche attraverso la creazione di altre strutture cooperative come la “Pro Agri consorzio produttori agricoli”, con la quale, assieme alla “Fattoria Agri & Service” hanno fondato il consorzio cooperativo Virginia Trade. La Fattoria, pertanto, è stata e continua ad essere un centro unificante e di collegamento fra coltivatori, vista la possibilità, per ogni singolo associato, di avere a disposizione mezzi, capacità e fantasia che da soli non potrebbero avere. “La Fattoria – si legge nel sito dell’azienda – propone un modello di associazione originale basato sulla volontarietà e sull’interesse: un modo nuovo che consente di realizzare i risultati che, in altri Paesi, organismi diversi perseguono, ma senza coercizione, senza vincoli, senza aspettative miracolistiche; soprattutto in piena libertà”. Il modello gestionale proposto dalla Fat, come si trova scritto nel sito, non porta al livellamento delle differenze economiche più grandi ma può offrire a tutti la possibilità di accedere a strumentazioni tra le più sofisticate, rispettando le varie autonomie degli associati. La Fat, infine, può essere considerata anche il simbolo dello sviluppo sociale dell’Altotevere: questa azienda ha infatti dato lavoro e un motivo di emancipazione a tante donne: le famose “tabacchine”. In un’azienda di queste dimensioni, inoltre, ha lavorato quasi una persona di ogni famiglia altotiberina; di pari passo è quindi andata crescendo l’affezione del territorio verso la Fat. Solo in questo modo è spiegabile il successo di pubblico che hanno avuto le varie iniziative per i festeggiamenti dei 100 anni. Fat: il libro e la targa del Presidente della RepubblicaDopo l’inaugurazione della mostra fotografica, i festeggiamenti per i 100 anni della Fat sono continuati domenica. La messa celebrata dal vescovo Domenico Cancian nel duomo di Città di Castello ha aperto la mattinata. Di seguito è stato inaugurato il nuovo impianto biogas e fotovoltaico in località Giove; un impianto che consentirà all’azienda di produrre 23.700 KWh/ al giorno e di coprire il fabbisogno annuale di circa 7,5 milioni di KWh, con un notevole risparmio nei costi sull’elettricità e un conseguente abbassamento del costo di produzione. Il tutto servirà anche per rendere maggiormente concorrenziale il prodotto finale. Infine, nella tarda mattinata il presidente della Fat, Fabio Rossi ha introdotto la conferenza di presentazione del libro sul centenario. Al tavolo, oltre alla dirigenza Fat e ai rappresentanti di sindacati e del mondo tabacchicolo, erano presenti anche il sindaco, Luciano Bacchetta, il presidente della Regione, Catiuscia Marini e l’on. Roberto Russo. Il volume, curato da più autori, racconta con molte immagini l’intera vita dell’azienda fino ai nostri giorni, e ha una dettagliata sezione storica scritta dal tifernate Alvaro Tacchini. La mattinata è poi proseguita con la consegna di una targa inviata dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, consegnata dall’ambasciatore Mochi Onory, il quale ha anche letto la lettera scritta dal segretario generale della Presidenza della Repubblica.

AUTORE: Francesco Orlandini