Comunali: spettacolo deludente

Scaduto il termine per la presentazione delle liste. Le candidature dei maggiori comuni hanno dominato il dibattito politico regionale

Dopo aver sfiorato più volte la rottura della coalizione sul caso Foligno, il centro sinistra è riuscito con un guizzo finale a ricompattare l’alleanza.La scelta della Margherita, che ha poi vinto il braccio di ferro con i Ds, è caduta sull’ex sindaco Manlio Marini – che si scontrerà soprattutto con Luciano Rossi (Casa delle libertà) – dopo che numerosi candidati della Margherita, compreso il presidente della sezione locale degli industriali, erano stati bruciati perché non piacevano agli altri alleati, in particolare ai Ds. Ora pare tutto risolto, d’incanto. In sostanza, dopo le alchimie che avevano consentito un rimpasto nell’esecutivo regionale con il cosiddetto ‘riequilibrio’ la vicenda Foligno, con i pesanti risvolti che avrebbe potuto creare a livello regionale e nazionale, poteva sconquassare la compagine dell’Ulivo. Così non è stato anche se lo spettacolo offerto non è stato tra i più apprezzati dagli stessi elettori folignati. La terza piazza dell’Umbria si è proposta per le sue liti all’attenzione della cronaca politica mentre nelle due principali città, Perugia e Terni, si ripresentano i sindaci uscenti, Renato Locchi e Paolo Raffaelli, che non hanno trovato in pratica ostacoli per la loro ricandidatura. La Casa delle libertà ha schierato Gianluigi Rosi a Perugia ed Andrea Messi a Terni.C’è un dato che è senza dubbio singolare. A Perugia e Terni, i due capoluoghi di provincia, sono state presentate 13 liste (nel capoluogo regionale erano 14 prima dell’esclusione della Lega Nord). Si tratta dello stesso numero di liste presentate a Bastia Umbra, città che supera i diciottomila abitanti. Ma in questo centro si è consumata una lotta intestina nei Ds. Francesco Lombardi, ora candidato per il centro sinistra (esclusa Rifondazione che corre da sola con Luigino Ciotti), ha vinto la contesa interna con Rosella Aristei. Che però si è proposta lo stesso alla guida della città. E’ appoggiata da tre liste, di cui una è formata da esponenti del centro destra, usciti dai partiti di appartenenza, che non hanno voluto appoggiare il candidato del centro destra, Fabrizio Masci. Come l’ ex coordinatore regionale di An, Massimo Mantovani. Insomma, quasi un rompicapo. Ma c’è di più. Se il candidato del centro destra a Spoleto, Franco Zaffini vincesse lo scontro con Massimo Brunini, appoggiato dal centro sinistra (senza Rifondazione) si dovrebbe dimettere da consigliere regionale per far posto proprio a Massimo Mantovani, primo dei non eletti di An, però già allontanato dal partito.Un altro elemento da considerare è la posizione di Rifondazione Comunista. Nei comuni principali (Perugia, Terni, Foligno) sostiene la compagine dell’Ulivo. Poi la situazione cambia, a seconda dei territori. Il Prc marcia solitario a Spoleto, Paciano, Montone (addirittura con il segretario regionale, Stefano Vinti, con una candidatura di bandiera), Bastia Umbra, Corciano. In altri centri come Umbertide, Marsciano e Orvieto è con l’Ulivo.Nella città della Rupe è terminato il regno’ di Stefano Cimicchi, popolarissimo sindaco, che ha già svolto il suo secondo mandato. Negli accordi regionali, la candidatura per il centro sinistra è andata alla Margherita, con Stefano Mocio. Ma ad Orvieto si è candidato anche Giancarlo Parretti, ex produttore cinematografico, la cui lista è stata esclusa dalla competizione elettorale. Ora pende un ricorso al Tar. Se fosse accolta la richiesta di sospensiva, potrebbe far slittare le elezioni comunali di una settimana.

AUTORE: E.Q.