Conclave. Piazza San Pietro: tanti i fedeli in attesa

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Piazza San Pietro (Foto F. A.)

Roma trattiene il fiato. Fedeli da ogni angolo del mondo accorrono in piazza San Pietro, pregando e cantando, uniti dall’attesa di conoscere il nuovo Papa. La città eterna, che da giorni vive nel ritmo della preghiera, si prepara a un evento che segnerà una nuova pagina della storia della Chiesa. Piazza San Pietro, avvolta dall’abbraccio di migliaia di persone, è un fiume di fede e speranza.

Pellegrini giunti da lontano, con un unico scopo: essere testimoni di un momento storico che, pur segnato dalla tristezza per l’addio a Papa Francesco, si carica di una speranza rinnovata per il futuro della Chiesa. Giovani, anziani, famiglie pregano in silenzio, altri intonano canti in lingue diverse, tutti portano con sé la propria tradizione, ma il legame della fede universale è più forte di ogni differenza. Il Conclave è iniziato. Dietro le porte chiuse della Cappella Sistina, i cardinali sono riuniti in preghiera e riflessione, chiedendo allo Spirito Santo di guidarli. Fuori, Roma attende con il respiro sospeso, consapevole che ogni fumata rappresenterà un passo verso un nuovo capitolo della Chiesa.

La testimonianza di alcuni ragazzi in piazza San Pietro

Il primo è un giovane 27enne della diocesi di Como a Roma per assistere al Conclave. “C’è tanta attesa da parte mia, anche perché il nostro vescovo è elettore (card. Oscar Cantoni, ndr.), siamo qui a pregare e ad accompagnare lui e gli altri cardinali elettori. Il prossimo Papa deve essere qualcuno che riesca ad unire, anche perché gli ultimi due Papi sono stati troppo da una parte e troppo dall’altra”. Accanto a lui due ragazzi da Benevento che ci offrono una previsione sulla fumata odierna. “Secondo noi oggi sarà fumata nera, perché è difficile che il primo giorno venga eletto il Papa. Credo che già domani o dopodomani ci sarà fumata bianca, visto che Papa Francesco ha creato tanti cardinali che avevano la sua stessa filosofia e visione; quindi, per noi l’elezione di questo Papa sarà rapida”.

Un gruppo dell’Indonesia

Più avanti incontriamo un folto gruppo arrivato dall’Indonesia. “La visita di Papa Francesco in Indonesia di qualche mese fa ci aveva colpito profondamente, così abbiamo organizzato questo viaggio pensando di poterlo ascoltare ancora dal vivo”: è rivolto a Papa Francesco il pensiero di alcuni dei pellegrini della diocesi di Merauke, in Indonesia. La malinconia però lascia spazio alla gioia dell’attesa per il nuovo Pontefice: “Desideriamo un Papa che, come Francesco, continui a rafforzare la fede nel nostro Paese, ci auguriamo che continui a farci sentire la sua vicinanza”. “Spesso non si comprende – proseguono – l’importanza di pronunciare parole di amore e fraternità; i potenti dovrebbero ascoltare e imitare le azioni del Santo Padre ed essere portatori di gioia, non di violenza o discriminazione”. Poi nuovamente il riferimento al viaggio apostolico del Santo Padre in Indonesia nel settembre 2024: “Il nuovo Papa deve continuare a prodigarsi per una Chiesa che sia di tutti e che non si isoli o si nasconda davanti ai veti”. “L’umanità vive ogni giorno tante difficoltà, l’unica chiave – concludono – è continuare a credere nella forza della speranza”.

Una pellegrina dalla Malaysia

“Aspettiamo l’annuncio del nuovo Papa ma continuiamo a pregare senza sosta per la pace”. Esordisce così invece una delle pellegrine giunte dalla Malaysia, precisamente dalla diocesi di Miri”. “È fondamentale unire ancora di più la comunità di cattolici nel mondo – afferma un’altra – soprattutto dove la libertà è messa in pericolo e fa paura il futuro”. Poi ancora: “La religione deve sostenere i fedeli nelle tante difficoltà, deve andare oltre i limiti cercando il Bene a tutti i costi e insistere lottando per la gente che versa in condizioni di povertà e sofferenza”.

Piazza San Pietro si continua a riempire. La speranza è grande, ma anche l’emozione. Il mondo intero guarda con occhi pieni di fede e di attesa, in cerca di quel segno che annuncerà l’inizio di una nuova era per la Chiesa.

Antonio Salvatore Galizia e Pierpaolo Galota

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