Congregazioni: esperienza viva di Chiesa cattolica

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I cardinali durante le Congregazioni
Una delle Congregazioni generali che si sono svolte prima del Conclave

Sono stato uno dei primi cardinali creati da Papa Francesco nel febbraio del 2014 e, pur non avendo più l’età per partecipare al Conclave, sono stato chiamato a Roma per le Congregazioni generali. Anche se non ho provato l’emozione del voto nella Cappella Sistina, ho comunque avvertito tutta la responsabilità e il dovere di contribuire a scegliere il nuovo Papa.

Nelle Congregazioni tutto il mondo era rappresentato

Più di duecento cardinali riuniti assieme, forse per la prima volta, nell’Aula del Sinodo in Vaticano. Molti li conoscevo, avendoli incontrati nei vari Concistori; taluni, i più giovani, li ho avvicinati per la prima volta. Un’esperienza davvero coinvolgente, dove tutto il mondo era rappresentato. Si può dire che ogni popolo della terra ha trovato il suo posto in quelle lunghe riunioni. Tante esperienze si sono potute scambiare, con risvolti spesso entusiasmanti, talvolta problematici.

L’universalità della Chiesa

Realmente la Chiesa cattolica esprime un’universalità compiuta ed essa è davvero “esperta in umanità”, come diceva San Paolo VI. Nei giorni romani, ho potuto avere colloqui con tanti confratelli, anche con il cardinale Robert Francis Prevost. Egli era divenuto Prefetto del Dicastero per i Vescovi nel gennaio del 2023, pochi mesi dopo che io lo avevo lasciato per raggiunti limiti di età, dopo averne fatto parte per dieci anni. Collaborando con quell’importante organismo vaticano, si possono capire tante cose della Chiesa; si conoscono persone, luoghi, tradizioni, desideri e difficoltà di intere comunità e popoli, che vivono nella Chiesa o che guardano a essa con fiducia e speranza. Nell’ultima messa con tutti i cardinali, prima dell’inizio del Conclave, mi sono soffermato a guardare i volti dei confratelli, immaginando chi di loro potesse essere scelto

Diversi ma uniti in un’unica Chiesa madre

Di molti avevo ricordi personali, con qualcuno era nata nel tempo anche una vera amicizia e collaborazione, soprattutto negli anni di presidenza della Cei. È straordinario sapersi diversi, in qualche caso incapaci di comunicare appieno a causa della lingua, eppure sentirsi uniti, più che fratelli, percepire la Chiesa come un’unica madre per la quale, come figli innamorati, si dà tutta la vita.

L’opera dello Spirito santo

La colomba raggiata sotto il baldacchino del Bernini mi ricordava continuamente l’opera dello Spirito: i cardinali in quei giorni prestavano la loro mente e il loro cuore allo Spirito del Signore che guida la Chiesa, soprattutto nei momenti più impegnativi. Avrei voluto assistere alla fumata bianca in piazza San Pietro con altri confratelli, ma impegni già presi mi richiamavano a Città della Pieve, così ho ascoltato l’Habemus Papam dalla radio.

Il fremito al nome di Leone

Quando la voce nitida del card. Dominique Mamberti ha annunciato il nome del prescelto, ho avuto un fremito, unito alla lieta sorpresa del nome “Leone”. Ho avvertito un felice collegamento tra Roma e Perugia.

Papà Gioacchino Pecci, prima fu vescovo di Perugia

Gioacchino Pecci, prima di diventare Papa, è stato trentadue anni vescovo di Perugia. Dalle sue lettere pastorali già si avvertiva l’urgenza non solo di capire la modernità, ma di cercare un confronto con essa. La Rerum Novarum non è nata all’improvviso, ma è stato il frutto di una lunga esperienza umana, sociale e pastorale. Papa Pecci ha conosciuto la prima grande scristianizzazione di massa dell’Europa e con essa ha dovuto confrontarsi.

Serve uno slancio missionario

Papa Prevost sa che il tempo in cui viviamo non è dissimile da quello di fine Ottocento. La Chiesa raggiunge ormai tutti i popoli, forse sono i popoli a non raggiungere più la Chiesa, e questo richiede uno slancio missionario davvero unico. Il rinnovarsi di un annuncio che si apre con il dono della pace: “la pace sia con tutti voi” ha esordito il nuovo Papa. Che meraviglioso augurio! Che grande e urgente dono quello della Pace per tutto il mondo. Domenica prossima, a Dio piacendo, sarò con il nuovo Papa nella messa per l’inizio del pontificato. È un nuovo periodo della vita della Chiesa, che nella successione di Pietro ci fa risalire a Cristo Signore, che ci invita ancora a prendere il largo e a gettare le reti.

Card. Gualtiero Bassetti

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