Consolazione e festa a Todi

La celebrazione al tempio della Consolazione presieduta dal vescovo mons. Benedetto Tuzia

Chi ha detto che il popolo e la Madonna sono sempre in sintonia, ha affermato una grande verità. La festa della Natività di Maria, celebrata nella chiesa della Consolazione a Todi sabato 8 settembre, ne è stata l’ennesima testimonianza. Fin dal primo mattino la gente ha affollato la chiesa per partecipare alla messa, le quattro eucaristie celebrate nella mattinata hanno visto l’ampio tempio della Consolazione sempre colmo di gente. Il pomeriggio alle ore 18 il vescovo mons. Benedetto Tuzia ha celebrato liturgia con una grande partecipazione popolare, con la presenza di tante giovani famiglie con i loro bambini. Una messa ben celebrata, animata da un coro formato dai cori del Duomo, della parrocchia di San Giorgio e di Collevalenza, diretto dal maestro Marco Venturi. Il Vescovo ha evidenziato soprattutto il concetto di “consolazione”: Maria è la consolazione del popolo di Dio perché ha generato il Salvatore, Colui che consola, nel senso che salva, che guarisce dal peccato, che sana dalle storture anche sociali e dalle ferite che ci portiamo addosso e che provochiamo anche al nostro prossimo. Alla celebrazione hanno partecipato la Presidente della Regione, il Sindaco di Todi con il gonfalone comunale e le massime autorità militari, il presidente dell’Etab (ente proprietario della chiesa) Bruno Severi, la confraternita dell’Annunziata che era presente con il caratteristico abito mariano. Terminata la messa, la gente si è riversata nel piazzale antistante in attesa del tradizionale spettacolo pirotecnico. Intanto le persone s’incontravano, salutavano i vecchi amici, si ascoltava la banda musicale e si mangiava l’immancabile panino con la porchetta. Anche il Vescovo si è fermato in mezzo alla gente… Quante volte nei documenti e nei convegni è stata rimarcata l’importanza del senso della festa cristiana! Le persone hanno bisogno del contatto umano, dello stare insieme, piccoli e grandi, giovani e anziani. Non una delle tante sagre che oggi imperversano ma la festa, nel senso etimologico della parola dies festus (giorno di festa), termine che indica “gioia pubblica”. Intorno alla chiesa, che nella sua bellezza architettonica era il segno di una casa comune di tutti, perché casa di Maria. In questo Anno della fede che si sta per iniziare, dovremmo tener conto di queste nostre tradizioni che non rappresentano archeologia sacra ma sono un elemento importante per la nuova evangelizzazione: “lo scriba sapiente che sa trarre dal suo tesoro cose vecchie e cose nuove” (Mt 13,52).

AUTORE: Don Marcello Cruciani