Da FestAmbiente Umbria, racconti di professionalità e solidarietà

Le esperienze professionali e solidali emerse all’incontro “La forza dei territori nell’ambito della manifestazione ecologica FestAmbiente
Un momento della manifestazione ecologica “FestAmbiente”
Un momento della manifestazione ecologica “FestAmbiente”

Esiste un modo diverso di fare economia, nel rispetto delle persone e dell’ambiente. In molte aziende umbre è già una realtà, nonostante le difficoltà della crisi. Il racconto di queste esperienze positive della regione è stato al centro dell’incontro “La forza dei territori”, organizzato sabato scorso da Legambiente Umbria, in collaborazione con Cgil, in occasione della manifestazione ecologica “FestAmbiente”. Si è partiti dal mondo della formazione, da cui possono nascere anche importanti progetti per il sociale. Come racconta Elena Burani, allieva del corso di formazione in “Tecnico della selezione, distribuzione e smaltimento degli scarti alimentari” organizzato dalla cooperativa Babele: “Dopo i mesi di corso – dice – abbiamo deciso di costituire un’associazione con l’obiettivo di ridistribuire a persone indigenti gli scarti alimentari dei supermercati, ovvero i prodotti vicini alla scadenza o con confezioni rovinate. Inoltre è nostra intenzione creare una collaborazione con le mense scolastiche e ospedaliere, per ridistribuire in giornata a chi ne ha bisogno il cibo non consumato”. Il mondo aziendale e imprenditoriale era rappresentato dai grandi marchi – fari di innovazione e green economy nella nostra piccola regione – quali Archimede Solar Energy del gruppo Angelantoni, Terni Energia e Microntel. Ma anche da piccole realtà radicate nel territorio e nella tradizione, come l’azienda agricola Marchino e la Cooperativa pescatori del Trasimeno. “La nostra attività – ha raccontato Isabella Marchino dell’omonima azienda produttrice di alimenti biologici, olio extravergine d’oliva Dop e carne chianina – si sviluppa in un territorio, quello di Montegabbione, considerato ‘zona svantaggiata’ in quanto il terreno è più duro da lavorare e meno produttivo, nonché oggi in fase di forte spopolamento. Non nego che la quotidianità è difficile: la burocrazia ci obbliga a tempi molto lunghi per ottenere finanziamenti, e la progressiva carenza di servizi rende questo territorio sempre più difficile da presidiare. Abbiamo anche aderito – spiega ancora Isabella – al progetto ‘Rete Umbria terra sociale’, che prevede il riutilizzo di terre demaniali abbandonate per il reinserimento e l’impiego di lavoratori svantaggiati. Dalla terra si può e si deve ripartire”. Una speranza per 15 persone senza lavoro è arrivata anche dalla Cooperativa pescatori del Trasimeno. Nell’ultimo anno e mezzo, infatti, sono arrivati 15 nuovi soci. “È la prima volta che succede – spiega Aurelio Cocchini, presidente della cooperativa – da quarant’anni a questa parte. Si tratta di persone senza lavoro, ormai disperate, che hanno deciso di buttarsi in questa attività pur senza alcun tipo di esperienza. Nonostante il momento difficile, non ce la siamo sentita di rifiutare il loro ingresso e, al pari di tutti gli altri soci, li sosteniamo nella pesca e nella vendita. È una lotta quotidiana – ha concluso Cocchini -, un mestiere difficilissimo, uno stile di vita che stiamo tentando di salvaguardare. Per rilanciarci, abbiamo intrapreso attività di ‘pescaturismo’ e ci stiamo ristrutturando creando un laboratorio per chiudere la filiera del pescato. Abbiamo investito tutto quello che abbiamo. Ora le istituzioni e il territorio non ci lascino soli”.

AUTORE: Laura Lana