Dai cattolici un contributo alla ‘fase costituente’ dell’Umbria

La Pastorale del Lavoro traduce in proposte politiche principi e diritti

La Consulta regionale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace della Conferenza episcopale umbra ha elaborato un documento dal titolo “Contributo per lo Statuto della Regione dell’Umbria”. Il documento viene consegnato venerdì 15 marzo da mons. Vincenzo Paglia, Pasquale Caracciolo e Giorgio Armillei, ai presidenti del Consiglio regionale, Carlo Liviantoni, della Commissione speciale del Consiglio regionale per lo Statuto, Fiammetta Modena, della Giunta regionale, Maria Rita Lorenzetti. Il testo è stato predisposto dalla “Consulta regionale per i Problemi sociali e il Lavoro, la Giustizia e la Pace”, organismo pastorale della Conferenza episcopale umbra, presieduto da mons.Vincenzo Paglia vescovo di Terni – Narni – Amelia, e diretto da Pasquale Caracciolo. Fanno parte della Consulta i delegati delle diocesi umbre e i rappresentanti di Caritas regionale; Ordini dei Religiosi (CISM) e delle Religiose (USMI) dell’Umbria; Movimento lavoratori di azione cattolica (MLAC); Associazione cristiana artigiani italiani (ACAI); Associazione cristiana lavoratori italiani (ACLI); Centro italiano femminile (CIF); Coldiretti; Comunità di Capodarco dell’Umbria ; Confcooperative; Movimento cristiano lavoratori (MCL); Unione cristiana imprenditori e dirigenti (UCID). La Consulta ha affidato ad un gruppo ristretto il compito di redarre il testo poi discusso ed approvato in Consulta. Il gruppo ristretto, composto da Pasquale Caracciolo, Giorgio Armillei, Giuseppe Carpita, Luca Diotallevi, Nicola Molè, Antonio Nizzi, Mario Tosti, ha iniziato a lavorare un anno fa. La Regione dell’Umbria sta lavorando al proprio Statuto. Sarà il terzo dal 1970, anno in cui le Regioni, previste nella Costituzione italiana del 1948, hanno visto la luce. In questi trent’anni sono cambiate molte cose ed oggi le regioni d’Italia sono impegnate nella stesura della nuova “carta costituente”. Definizione forse un po’ eccessiva capace però di dare il senso dei più grandi e gravi doveri di amministrazione e di legislazione che le regioni già hanno ottenuto con la riforma del Titolo V della Costituzione. Sembra proprio che in questa fase di “riassetto istituzionale” i cattolici stiano ritrovando il gusto della politica, perché sanno che si devono porre nuove basi per la convivenza nel Paese e in particolare nella nostra regione. In questa prospettiva che guarda al futuro degli umbri ha lavorato la Consulta regionale per il problemi sociali e il lavoro che ha iniziato ad interessarsi della questione più di un anno fa e nel marzo 2001 ha costituito un gruppo ristretto al quale è stato affidato il compito di elaborare il documento i lettori de La Voce lo trovano in omaggio in questo numero). Il testo è stato discusso in Consulta e presentato ai vescovi umbri nel febbraio scorso in occasione del loro incontro mensile. Sul Documento forse dovrebbe apparire l’avvertenza “manovrare con cura” perché sono prevedibili le obiezioni che potranno giungere, sia sul piano dei contenuti che sul piano dell’iniziativa stessa. I ‘laici’ (che si ispirano al laicismo) potranno obiettare che lo Stato è laico e quindi la Chiesa non deve interferire con le sue attività; per contro i ‘laici (intesi come i battezzati cattolici) potrebbero obiettare che il Magistero della Chiesa riconosce la diversità di opzioni nelle scelte politiche e pertanto un documento che definisca alcune scelte in questo campo non sarebbe opportuno. Il documento però non è un atto ufficiale della Chiesa umbra, non è “il documento” dei vescovi umbri puntualizza il direttore della Consulta, Pasquale Caracciolo, “è piuttosto uno strumento di lavoro, di confronto e di riflessione ed è il risultato di un vivace confronto tra le diverse sensibilità ecclesiali e politiche della Consulta”. Un testo ‘apripista’, dunque, per il confronto con le istituzioni verso le quali i ‘laici’ (cattolici) rivendicano il diritto e la libertà di intervento in quanto cittadini con gli stessi diritti e doveri di tutti. Per i cattolici che vorranno appassionarsi a questa fase “costituente” il testo non dice l’ultima parola, aggiunge Caracciolo, piuttosto offre alla attenzione dei politici e dei cittadini una traccia di approfondimento di temi che la Consulta stessa ha ritenuto essere di fondamentale importanza per il futuro della nostra regione.

AUTORE: Maria Rita Valli