Dal Medioevo prove di dialogo

Il dialogo interreligioso nello 'Spirito di Assisi': l'esempio di Raimondo Lullo

Il rancore e la malevolenza, causati dalla varietà delle credenze e delle sette, spingono gli uomini, secondo Raimondo Lullo, a combattere tra loro. Quale gioia se gli uomini potessero liberarsi da questi sentimenti! Questo è uno dei temi fondamentali del pensiero lulliano, espresso nell’opera Il libro del Gentile e dei tre Savi, che Raimondo Lullo scrisse tra il 1270 ed il 1273. Proveniente da una città in cui a lungo erano convissute comunità appartenenti alle tre grandi religioni, Lullo, dopo una conversione al Cristianesimo improvvisa e violenta, decise di abbandonare la sua attività di trovatore e di siniscalco del re Giacomo II di Maiorca, per dedicare il resto della sua vita alla conversione degli infedeli. L’essere vissuto accanto ad ebrei e musulmani, in un luogo di passaggio per quanti animavano il commercio mediterraneo dell’epoca, gli aveva fatto comprendere l’importanza della conoscenza delle lingue, quale presupposto costitutivo del dialogo. Molti dei missionari che si recavano in Oriente, servendosi di interpreti, non riuscivano infatti ad ottenere i risultati desiderati. Così Lullo passò la sua lunga vita – morì intorno al 1316 – nel tentativo di sensibilizzare re e papi, perché edificassero, nelle zone in cui più forte era la presenza degli infedeli, monasteri dove i futuri missionari potessero apprendere le lingue straniere. Alla base di un dialogo, che potesse essere fruttifero, non bastava però una conoscenza puramente linguistica. Solo la conoscenza reciproca delle dottrine degli interlocutori, con una vicendevole accettazione delle differenze, cercando di raggiungere un punto di intesa, potevano portare ad un vero dialogo. Il fine delle scuole di arabo, per esempio, non era solo pedagogico: dovevano mettere in contatto due mondi e due mentalità apparentemente inconciliabili. Uno dei grandi meriti di queste fu proprio l’aprire un cammino per il dialogo islamico-cristiano. Lullo abbandonò i metodi usati dall’apologetica del suo tempo per creare una missionologia originale e personale. Dopo l’apprendimento dell’arabo cercò di avvalersi dei metodi espositivi utilizzati dai suoi interlocutori. In una teologia, quella islamica, in cui non compare la nozione di mistero come nelle dottrine cristiane sulla Trinità e l’Incarnazione, ad un certo punto era divenuto necessario saper difendere razionalmente gli articoli della fede, con argomentazioni basate su prove logiche. A quanti rifiutavano il Cristianesimo, perché i suoi articoli non potevano essere dimostrati razionalmente, Lullo offrì un’Arte basata sulla dialettica delle ragioni necessarie, simile al KalÈm della teologia islamica. Per costruire la sua arte, Lullo partì dagli elementi che la religione cristiana, musulmana ed ebraica avevano in comune: gli attributi che descrivono Dio nella sua interezza, chiamati da Lullo dignità divine o ragioni necessarie. Questo punto di partenza, che avrebbe visto l’accordo di tutti gli interlocutori, poteva dare l’avvio ad un dialogo produttivo. Per la realizzazione del suo ideale missionario, per il quale donò la vita, si servì del dialogo, della disputa e di un’apologetica che voleva mostrare l’indole razionale del Cristianesimo. L’infedele che sinceramente cerca la vera religione e che accetta l’esistenza di Dio e dei suoi principali attributi, messo in condizione di poter partecipare ad un confronto aperto, non potrà rifiutare razionalmente i dogmi cristiani né accettare asserzioni a questi contrarie. La superiorità del Cristianesimo, quale religione che meglio si adatta alle perfezioni divine, potrà emergere unicamente alla fine del dialogo. La molteplicità delle situazioni con cui venne a confronto costrinsero il pensiero lulliano a varie evoluzioni ed involuzioni, che non impediscono però di considerarlo un punto di riferimento quando si parla delle possibilità di un dialogo interreligioso guidato dalla ragione, della coesistenza pacifica delle religioni e quindi della pace tra i popoli.

AUTORE: Sara Muzzi