Dario Fo o non Dario Fo?

Perchè lo spettacolo davanti alla chiesa di San Francesco?

Dopo Cesena e Firenze a Dario Fo è stata offerta la splendida piazza di San Francesco al prato di Perugia, davanti all’oratorio di San Bernardino da Siena, un santo francescano amico dei perugini, che speriamo non se ne abbia a male. Lo spettacolo – conversazione ‘Giotto o non Giotto’ andrà in scena il 24 e 25 luglio prossimi. In due puntate, perché sono tante le cose scoperte in lunghi anni di studi e di ricerche che ora Dario Fo vuole comunicare al mondo. Sembra che si tratti di comunicazioni non rivolte solo a divertire, cosa che gli riesce bene, ma da cui dipende il futuro del genere umano. Per questo la polemica sollevata sta facendo un certo rumore mediatico. La vicenda è presentata come una lotta per la libertà della cultura contro l’oscurantismo e della verità contro la menzogna. Il figlio di Dario, Jacopo, ne è convinto. Il povero vescovo di Assisi Domenico Sorrentino fa la figura di un degno successore di prelati e monaci inquisitori. Sorrentino, infatti, si è permesso di negare la piazza inferiore di San Francesco per lo spettacolo recitato, cantato e ballato da quell’anziano genio della letteratura che si è meritato il premio Nobel. Gli svedesi sanno apprezzare il genio, mentre gli assisani non ne capiscono niente. Si accontentano di sapere che è Giotto l’autore degli affreschi della basilica superiore e ci dormono sopra tranquilli. Per fortuna non tutti gli umbri sono come gli assisani. C’è un illuminato assessore alla Cultura del Comune di Perugia che non ha solo concesso lo spazio pubblico ma, pur con i tempi che corrono al Comune, ha anche voluto finanziare, con 40 mila euro, lo spettacolo e siamo convinti che altri assessori alla cultura di molti comuni umbri avrebbero fatto lo stesso: la cultura al primo posto. Giotto non Giotto: questa è la questione. Lo stesso Fo, suffragato da Sgarbi e da cultori di storia dell’arte, sa e dice che la tesi non è nuova. Ma non è una tesi, è un’opinione, un’ipotesi che si può sostenere liberamente senza nessuna censura e mons. Sorrentino lo ha detto e molti con lui: andate pure a discuterne altrove. Perché proprio qui, in questo spazio sacro unico al mondo, si dovrebbe dare sfogo, a tutto volume, ad una voce conosciuta e famosa per essere irridente, ironica, canzonatoria, dissacratoria? A quale scopo?