Discusso “riequilibrio”

Il nuovo presidente del Consiglio regionale, Mauro Tippolotti, il 16/o dell'assemblea, è stato eletto al quarto scrutinio

Una volta si chiamava rimpasto, ora il nome che va di moda è ‘riequilibrio’. Ma la sostanza non è cambiata. Nell’ultimo scorcio di legislatura del governo regionale, i problemi e i ‘dolori’ della maggioranza sembrano ormai superati con un’operazione che ha riguardato trasversalmente palazzo Donini e palazzo Cesaroni. La richiesta di Rifondazione Comunista, avanzata da mesi, di contare di più, rispetto al consenso elettorale, è stata esaudita. Il Prc incassa la presidenza del Consiglio con Mauro Tippolotti che sostituisce Carlo Liviantoni (Margherita), subentrato a Gianpiero Bocci come assessore all’agricoltura, oltre a diventare vicepresidente della Giunta regionale, carica prima ricoperta da Danilo Monelli (Prc). Non basta. Maria Prodi (Margherita) rileva le deleghe di Gianfranco Maddoli (Margherita) a cultura e spettacolo. Bocci torna ad un ruolo prettamente politico, come capogruppo in Regione della Margherita, mentre Maddoli esce di scena, amareggiato per il trattamento ricevuto. Anche se ufficialmente il ‘riequilibrio’ è stato provocato dalle richieste del Prc, pare di capire che è servito anche a ridefinire i rapporti di forza all’interno della Margherita. La presidente Maria Rita Lorenzetti ha sottolineato, commentando la situazione, “di non aver mai esercitato il ruolo di semplice notaio della coalizione, nè di aver mai fatto spallucce di fronte alle questioni postemi. Ho invece svolto con senso di responsabilità il ruolo di presidente, cui è affidato il compito di garantire stabilità al Governo ed alla coalizione, e di scegliere e nominare gli assessori. Un compito che ho svolto, e continuerò a svolgere, con rigore, correttezza e attenzione per i rapporti umani. Di fronte a noi – ha continuato Lorenzetti – c’è ora l’ultimo scorcio di legislatura. A tutti è richiesto, quindi, un impegno particolare affinchè la coalizione di governo prosegua nel positivo lavoro che, nonostante le molte difficoltà sia di carattere nazionale sia internazionale, ci ha consentito, in questi quattro anni, di conquistarci autorevolezza e prestigio”. Il nuovo presidente del Consiglio regionale, Mauro Tippolotti, il 16/o dell’assemblea, è stato eletto al quarto scrutinio. È nato a Perugia nel 1948, ha lavorato all’Inps e per anni è stato dirigente sindacale, Nell’ultimo biennio è stato membro della commissione speciale del consiglio regionale che ha redatto la bozza del nuovo statuto. Mentre Liviantoni fa parte dell’assemblea di palazzo Cesaroni dal 1985, il vero volto nuovo della compagine dell’esecutivo regionale è Maria Prodi, nipote del presidente della commissione europea, Romano Prodi. Nata a Trieste nel 1959, madre di quattro figli, insegna filosofia e scienze sociali. È tra i fondatori del Movimento per l’Ulivo in Umbria, alla nascita dei Democratici ha fatto parte del comitato regionale. Dalla costituzione della Margherita svolge il ruolo di vice-coordinatrice regionale. Gli esponenti del centro destra hanno criticato il cambio al vertice di palazzo Cesaroni. Secondo Enrico Sebastiani (Udc) “le istituzioni vengono utilizzate esclusivamente per riequilibri di potere tra forze politiche, senza guardare alle necessità degli umbri”, mentre Fiammetta Modena (Fi) ha ricordato che “la minoranza votò Liviantoni alla carica di presidente in una fase di passaggio complicata dell’assemblea affidandogli un ruolo di garanzia”. Pietro Laffranco (An) ha sottolineato che “la scelta della maggioranza di dare vita ad un rimpasto della Giunta regionale, che ha coinvolto anche la Presidenza del consiglio, organo per sua stessa definizione istituzionale e imparziale, denoti ancor più marcatamente del passato le gravi difficoltà politiche della maggioranza che hanno di fatto bloccato l’attività amministrativa per oltre 10 mesi”.

AUTORE: E.Q.