Don Andrea Gallo, segno di una Chiesa che accoglie

Il corteo funebre di don Andrea Gallo
Il corteo funebre di don Andrea Gallo

Troppo piccola la chiesa di Nostra Signora del Carmine, sabato a Genova, per accogliere tutte le persone accorse ai funerali di don Andrea Gallo. Tanti i presenti lungo le navate, a cominciare dai parenti e dai ragazzi della sua Comunità, ma ancora di più quanti hanno seguito la celebrazione attraverso gli altoparlanti posizionati all’esterno lungo il sagrato e nella via che costeggia la chiesa.

Don Gallo, ha detto nell’omelia l’arcivescovo di Genova, card. Angelo Bagnasco, “svolse il suo ministero sacerdotale con lo sguardo ed il cuore attratti da coloro che portavano più evidenti le ferite del corpo e della vita, quelle dell’anima. Come il samaritano del Vangelo e, come è missione di ogni sacerdote, ha cercato di lenire i dolori di chi incontrava con l’olio della consolazione ed il vino della fiducia, ridonando speranza per guardare al domani”.

Don Gallo, ha quindi raccontato don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, si impegnava quotidianamente “per riconoscere la dignità e la libertà della persona, una priorità su cui bisognava e bisogna continuare a scommettere. Grazie, don Andrea, grazie per le porte che hai aperto e che hai lasciato aperte, segno di una Chiesa che accoglie”.

Don Ciotti ha ricordato l’impegno civile del sacerdote genovese, che “non è mai stato calcolatore e non ha mai mancato di denunciare che povertà ed emarginazione non sono fatalità ma effetto di ingiustizie”. Don Andrea, ha aggiunto, “ha sempre inteso saldare il cielo con la terra, spiritualità ed impegno civile, il messaggio del Vangelo e le pagine della Costituzione. Le sue parole pungenti, a volte sferzanti – ha proseguito – nascevano da un grande desiderio di giustizia, da un grande amore per le persone”.

AUTORE: Adriano Torti