Don Pennacchi verso la santità. Mons. Gori: “Aiutava tutti, anche con privazioni personali”

Terminata la fase diocesana del processo di beatificazione e canonizzazione del venerabile don Antonio Pennacchi (27 gennaio 1782 – 9 novembre 1848) nel 170° anniversario della sua morte, il postulatore della causa, mons. Orlando Gori, parla della straordinaria figura del sacerdote assisano, chiamato “il prete dell’Angelus ”.

Quali sono gli elementi di santità emersi dalla fase diocesana del processo?
“I volumi che contengono le testimonianze giurate presentano ampiamente le virtù eroiche di don Antonio Pennacchi, esaminando a una a una le virtù teologali e morali.

In particolare ricordiamo la sua fede viva soprattutto nel mistero dell’Incarnazione, l’amore immenso verso Dio (preghiera continua, lodi e canti a Dio) e l’amore verso il prossimo con la preferenza per gli umili, i peccatori, i poveri, i ragazzi. Tutti aiutava con dedizione e privazioni personali di ogni genere.

Inoltre sono documentate profezie, miracoli, bilocazioni, levitazioni e altri carismi straordinari”.

In che modo don Pennacchi ha interagito con la città di Assisi?
“Nella città di Assisi ha avuto un ruolo straordinario per la stima ricevuta dalla popolazione, come personaggio di spicco, ritenuto un santo; inoltre come insegnante ed educatore della gioventù assisana, avendo tenuto per quaranta anni la cattedra di Grammatica superiore (letteratura italiana e latina) con prestigio e capacità pedagogica”.

L’attualità del suo messaggio?
“Il messaggio della sua vita è oltremodo attuale in una società laicista e conflittuale. Don Antonio visse di fede, di incontro costruttivo con la gente frequentando le case, di perdono di quanti lo offendevano, di amore generoso verso i bisognosi. Fu predicatore instancabile del Vangelo e confessore ricercato”.

Cosa succede ora dopo la fase diocesana del processo, ovvero quali sono le prossime tappe?
“Ritengo che, terminata la fase diocesana del processo, si procederà alla dichiarazione esplicita dell’eroicità delle virtù, dato che la qualifica di ‘venerabile’ oggi ha assunto un senso diverso, per il cambiamento della normativa. Poi occorre il miracolo prima della beatificazione. È improbabile che si scelga un miracolo tra i molti descritti dai testimoni dopo la sua morte”.

Antonella Porzi