Donne nude in tv ridotte a “corpi”

Mass media. Incontro all’Università di Perugia con Lorella Zanardo

Qualcuno finalmente ha deciso di esporsi ed esporre la questione alla luce del sole: dov’è finita la dignità delle donne che lavorano in tv? Sempre meno vestite e sempre più soprammobili, affiancano i conduttori senza spiccicare parola, dando l’impressione che il luogo comune che le definisce “senza cervello” abbia un fondo di verità. Lorella Zanardo, autrice del libro Il corpo delle donne e regista dell’omonimo filmato che sta spopolando sulla Rete, ha voluto andare a fondo a questa tematica. La Zanardo ha illustrato i suoi studi sul fenomeno in un convegno, organizzato dall’Università degli studi di Perugia, dal titolo eloquente “L’immagine della donna nei media in Italia: uso e (mal)uso”. Ad accendere la miccia del dibattito, nell’aula della facoltà di Scienze politiche, gremita, oltre che di studenti, di semplici cittadini interessati al tema, è stato il filmato proiettato, realizzato da Lorella Zanardo, Marco Malfi Chindemi e Cesare Cantù. “Siamo partiti da un’urgenza – ha raccontato la Zanardo. – La constatazione che le donne, le donne vere, stiano scomparendo dalla tv, e che siano state sostituite da una rappresentazione grottesca, volgare e umiliante. La perdita ci è parsa enorme: la cancellazione dell’identità delle donne sta avvenendo sotto lo sguardo di tutti ma senza che vi sia un’adeguata reazione, nemmeno da parte delle donne medesime. Da qui si è fatta strada l’idea di selezionare le immagini televisive che avessero in comune l’utilizzo manipolatorio del corpo delle donne per raccontare quanto sta avvenendo non solo a chi non guarda mai la tv, ma specialmente a chi la guarda ma non vede”. “Non è un documentario contro le donne che lavorano in tv – ha precisato la Zanardo -, ma un documentario di denuncia forte contro la tv, pubblica e privata, su come rappresenta in particolare le donne, ma ultimamente anche gli uomini”. Sul lavoro di ricerca effettuato l’autrice del filmato ha svelato un retroscena “inquietante”: “Dopo 15 giorni che visionavamo filmati è apparsa lei: Valeria Fabrizi con la sua faccia, una donna adulta con il suo volto, non chirurgicamente modificato; ed è una cosa che deve far riflettere”. A far riflettere i presenti ci ha pensato anche Benedetta Barzini, giornalista, docente di Sociologia e cultura della moda al Politecnico e Naba di Milano: “La tv entra nelle case di tutti e crea dei modelli; sarebbe quindi corretto che venissero rappresentati tutte le persone della società. Siamo nati in un momento in cui possiamo analizzare dei fatti che non sono mai stati messi in discussione, e possiamo farci delle domande osservando ciò che ci circonda. Basta analizzare semplici banalità del nostro quotidiano: avete mai pensato che la tutina rosa sul bebè maschio non si può far indossare, mentre a volte capita di vedere una bimba con una tutina blu. I maschi lavorano all’uncinetto? Certo che no. Ci sono state inculcate delle idee che abbiamo assimilato. Altra cosa da tenere presente è che le piccole cose fanno la differenza. Attenzione, dunque, alla pubblicità che spesso dice: donne, non esistete, conta di più il mezzo busto”. E l’applauso scrosciante ha salutato il suo intervento. Non poteva scegliere momento meno indicato per dire la sua, Andrea Jengo, direttore della sede Rai Umbria, che ha ammesso: “Ora parlare è complicato”, riferendosi alla Barzini. “Il problema trattato oggi è più ampio – ha detto Jengo –, non riguarda solo la tv, anche se le immagini sono state chiare, ma riguarda anche i nuovi media come Youtube e Facebook. Su Youtube troviamo filmati agghiaccianti che riguardano indistintamente uomini, donne, ragazzi trattati con lo stesso disprezzo. Io credo che la concezione che la tv debba avere un ruolo pedagogico sia sbagliata. Penso che la tv non sia altro che lo specchio della società”. È toccato ad Alessandra Valastro, docente di Istituzioni di diritto pubblico dell’Università di Perugia riprendere le redini del dibattito e analizzare l’argomento dal punto di vista normativo, nell’ambito del diritto Radio televisivo: “Sulla tutela delle donne, di concreto non c’è nulla a livello legislativo, ma le regole da sole non bastano, perché il problema è culturale. Esiste una tutela sui minori perché i minori mettono d’accordo tutti. Speriamo si arrivi anche alla tutela delle donne. È un’assenza che comincia ad essere rumorosa”. E il filmato di Lorella Zanardo ne è la prova comprovata. Un servizio sul convegno andrà in onda su Tef Channel martedì 4 maggio alle 12.30 nell’ambito della trasmissione “Speciale università” condotta da Cristina Castellano. In studio Angelica Mucchi Faina e Alessandra Sensini, del Comitato pari opportunità dell’Ateneo, che ha promosso la ricerca.

AUTORE: Elena Pescucci