Dopo le elezioni la sinistra costretta a fare i conti in casa

SPOSTAMENTO DEGLI EQUILIBRI NELL'ASSETTO POLITICO REGIONALE

Uno spartiacque: sembrano connotarsi così, per la presidente della Regione, Maria Rita Lorenzetti, e per la sua Giunta, le recenti elezioni politiche ed amministrative. Ha aspettato la fine dei ballottaggi delle comunali, la Presidente, per commentare l’esito del voto, perchè non vuole “estraniarsi dal confronto” ma neanche “dedicarsi a diatribe di basso profilo”. In una conferenza stampa a Palazzo Donini, la Lorenzetti ha messo in fila una serie di questioni legate all’esito del voto, e non solo.Prima di tutto, l’attuazione del programma. La Presidente ci tiene a raggiungere quanto prima quei “risultati concreti” per cui si era impegnata con gli umbri: prima di tutto, la riorganizzazione della Pubblica amministrazione, ma anche una nuova concertazione ed il varo di leggi importanti su turismo, rifiuti, edilizia pubblica. Risultati da conseguire anche con il rafforzamento dell’esecutivo (dopo l’elezione alla Camera dell’assessore Marina Sereni, si prospetta un minirimpasto, di cui la presidente darà conto a giorni, n.d.r.). Lo slogan della Lorenzetti per questo “dopo elezioni” è “alzare l’asticella” degli obiettivi, che vuol dire – ha spiegato – non perseguire risultati di basso profilo. Ma su quale coalizione può contare adesso la presidente Lorenzetti? “Il centro sinistra umbro, Ulivo piu Prc – ha fatto osservare – ha ottenuti risultati soddisfacenti. E’ quando la sinistra si divide e l’Ulivo va da solo o perde pezzi, che le cose si fanno più difficili”. Lorenzetti ritiene sia stato giusto puntare su una coalizione vasta, “ma vasta – rileva – non vuol dire sia anche solida: basti pensare a quanto è successo dal dicembre scorso in Regionè”. Un rischio che si deve evitare “tornando al progetto, per valorizzare le diverse componenti”. Poi una sottolineatura: “non basta distribuirsi i posti di responsabilità: deve prevalere un progetto comune, altrimenti a fare notizia sono solo le divisioni interne”. Dal voto è uscito un Girasole ridimensionato (“ma non va marginalizzata la cultura socialista”, ha detto la Presidente), una Margherita vincente (“non è automatico ora passare all’incasso”) ed un Prc consolidato (“deve condividere le responsabilità di forza di governo”). Infine, i Ds, il partito della Presidente: Lorenzetti ha elencato una serie di punti di dissenso rispetto alle tesi del segretario della Quercia umbra, Alberto Stramaccioni. “Non si può abdicare – ha detto – alla funzione di formazione e selezione dei gruppi dirigenti, di elaborazione e di iniziativa politica, scaricando tutto sulle istituzioni. Anche Stramaccioni adesso è un uomo delle istituzioni – ha ricordato la Presidente, riferendosi all’elezione a deputato del segretario diessino – ed anche lui deve imparare ad esserlo, perché i cittadini del suo collegio gliene chiederanno conto”. La conclusione, anche questa in dissenso con Stramaccioni, sul concetto di rinnovamento: “senza un confronto chiaro sui contenuti – ha ribadito la Lorenzetti – rischia di produrre solo antipolitica e qualunquismo”.

AUTORE: D.G.