È sempre più dura tirare avanti

SAN VINCENZO. Nel 2005 sono state aiutate 1.500 persone, circa il 20% in più rispetto all'anno scorso

È un dato ormai appurato: la povertà è in costante crescita sul territorio. Accanto agli stranieri, c’è il gran numero, destinato ad aumentare, di famiglie ternane che ormai non arrivano neanche alla “seconda settimana”: anziani che con la pensione minima devono mantenere i figli disoccupati, famiglie che vivono con misere pensioni di invalidità, oberate da debiti, o che campano con il sussidio dei servizi sociali elargito solo alcuni mesi l’anno, ragazze madri senza lavoro, cinquantenni che lo hanno perso. Un dato che, in occasione dell’assemblea annuale della San Vincenzo de’ Paoli diocesana, è stato anche quantificato in circa 1.500 persone, sofferenti di diverse povertà, assistite nell’anno passato con un incremento di circa il 20% rispetto al 2004, per circa 107.00 euro di aiuti elargiti.

“Alla povertà materiale – spiega Antonella Catanzani, presidente diocesana della San Vincenzo de’ Paoli – si accompagna poi il disagio, a volte anche il degrado psicofisico, la depressione, una sorta di rassegnazione e voglia di arrendersi alla vita”. Molti gli stranieri, ma non la maggioranza; una parte di essi sono clandestini e quindi non si può dare loro più di quanto la carità cristiana permette. “Non possiamo agevolarli per il lavoro – spiega ancora la Catanzani -, anche se abbiamo una grande richiesta di badanti, né per la casa; non si può violare la legge, anche se in cuor nostro la riteniamo per certi aspetti dura. I problemi più grandi da affrontare, per i quali possiamo solo farci portavoce presso i nostri amministratori, rimangono sempre quello della mancanza di opportunità di lavoro e il problema abitativo, sia per l’accesso alle case popolari che per gli affitti onerosi e il costo delle utenze”. Ma al di là delle quantificazioni numeriche si cela una solidarietà attenta e partecipe propria del carisma della San Vincenzo, fatta di prossimità, amicizia, sostegno morale, condivisione con tutte le persone che s’incontrano: sole, disperate, malate, anziane, povere di tutto. Attraverso le visite nelle case, negli ospedali, negli istituti per anziani, nelle strade (il giro notturno di assistenza ai senzatetto continua ogni sera), vengono a galla drammi impensati, molto spesso tenuti dignitosamente nascosti in attesa di esternarli a chi è pronto ad ascoltare senza giudicare, a dare una mano. Un’operatività che nella San Vincenzo si è arricchita di nuovi volontari, giunti a 106, mentre ancora scarsi sono i contributi economici di enti e privati benefattori; carenza supplita in parte con le attività di autofinanziamento e da forme diverse di raccolta fondi.

AUTORE: Elisabetta Lomoro