Ripartire dal cuore

L’impegno ecologico come visione cristiana del creato

Coscienza ecologica e cristianesimo. Non sono due concetti slegati bensì profondamente uniti. Proprio la nostra natura di Cristiani deve offrirci occhiali diversi con i quali guardare il mondo che circonda. Non soltanto perché preservarlo vuol dire lasciarlo in dono alle nuove generazioni, ma anche perché prendersene cura è un gesto cristiano.

La natura è un dono di Dio e come tale va trattata. Vivere da Cristiani, vivere alla sequela di Cristo e del Suo Vangelo vuol dire maturare uno spirito ecologista.  E questo spirito va al di là del semplice ‘integralismo’ ecologista: spesso sono i piccoli gesti, gli esempi, ma anche piccoli cambiamenti nello stile di vita che fanno la differenza e fungono da sprone.

L’aggravarsi della crisi ecologica, dovuta all’odierna civiltà industriale e all’aggressività dell’uomo, pone ai credenti una sfida. Mentre cresce una sensibilità nella società civile, quale deve essere il compito della Chiesa e del singolo credente? “Quanto più cresce la potenza degli uomini, tanto più si estende e si allarga la loro responsabilità” (SrS, 34). Proprio reagendo alle sfide del mondo contemporaneo, l’enciclica Novo millennio ineunte richiama la chiesa alla responsabilità di fronte all’ambiente: “E come poi tenerci in disparte di fronte alle prospettive di un dissesto ecologico, che rende inospitali e nemiche dell’uomo vaste aree del pianeta?”.

Potremmo riassumere tutto questo in un solo concetto: credere nel Creatore e vivere come creature.

Sviluppare uno stile di vita ecologico

È un impegno, quello della salvaguardia del creato, che giocoforza viaggia a braccetto con il superamento del dominante modello di sviluppo economico. Le risorse ambientali sono limitate e non rinnovabili e quasi sempre gli interessi economici dei paesi ricchi attentano direttamente alla creazione. La difesa, poi, di questi interessi, sono, sempre più spesso, il vero motivo delle attuali guerre. Allora, per la salvaguardia del creato e per poterlo rendere “fruibile” anche alle future generazioni, si deve lavorare per un ordine economico internazionale fondato sulla giustizia, sull’equa distribuzione delle risorse, sulla condivisione e sulla solidarietà.

Lottare per la costruzione di una etica ecologica: sviluppare l’attitudine a convivere con la natura, insieme a tutti gli esseri, come fratelli e sorelle che interagiscono, si completano e quindi battersi perché tutti hanno il diritto a vivere in un ambiente sicuro, salubre ed ecologicamente sano.

Questo modello di vita è importante da adulti ma diventa ancora più importante che venga sviluppato già nelle giovani generazioni, nei vari ambienti educativi, scuole in primis. Segnaliamo alcuni test online, il primo per bambini, gli altri per adulti, per testare il proprio livello di attenzione ecologica

TEST PER BAMBINI- QUANTO SEI ECOLOGICO? 

QUANTO SEI ECOLOGICO?

TEST LYFESTYLE, QUANTO SEI GREEN?

Sviluppo sostenibile

Impegno ecologico non vuol dire dunque ‘ritorno al passato’ ma progresso con un occhio di riguardo a quello che ci circonda. Tutto questo è comunemente riassunto nelle parole “Sviluppo sostenibile”.  Come indica il WWF nel suo Living Planet Report, vuol dire imparare a vivere nei limiti di un solo pianeta. Lo sviluppo sostenibile si basa su pochi semplici concetti guida:

– Intervento umano che non sovraccarichi il sistema naturale
– Progresso tecnologico per la produzione di beni e servizi finalizzato all’incremento dell’efficienza e non del flusso di energia e materie prime
– Utilizzo delle risorse senza ‘svuotare’ i contenitori delle stesse
– Emissione di scarti e rifiuti che non ecceda non ecceda la capacità di assimilazione dei sistemi naturali

 

Gli orti urbani

Un modo pratico di vivere l’impegno ecologico, che anche in Umbria sta prendendo piede sono i cosiddetti orti urbani, un progetto di Italia Nostra per la riqualificazione- attraverso appunto la creazione di orti – di spazi verdi. Al progetto hanno aderito i comuni, diramando i bandi per le concessioni, senza pagamento di alcun corrispettivo, degli spazi, ma anche Coldiretti e Campagna Amica.

Le linee direttive nazionali, fra l’altro, sono state tracciate partendo dalle linee guida elaborate dalla Facoltà di Agraria dell’Università di Perugia. L’idea di base è quella di “impiantare” o conservare un “orto”, intendendolo nel senso di parco “culturale”, teso a recuperare specie in via di estinzione ma anche a coltivare prodotti di uso comune con metodologie scientifiche e magari poi venderli accorciando la filiera economica.

 

I progetti in Umbria

Da segnalare a Perugia Ortinsieme, progetto di Agricoltura Sociale di Acli Perugia, Seminario Diocesano Perugia e Cooperativa Sociale Terre Umbre. Lo scopo è quello di restituire alla città 23 ettari di terra coltivati e arricchiti da tante attività pensate in una logica di solidarietà.

Sempre a Perugia, è stato lanciato il progetto Horto tuo

 

Nel video, il Progetto Nazionale Orti Urbani dell’associazione Italia Nostra

Altri progetti in regione

Foligno (scarica il pdf)

Istituto Serafico Assisi (scarica il pdf)

Istituto Alberghiero Assisi (scarica il pdf)

Lugnano in Teverina (scarica il pdf)

Sant’Anatolia di Narco (scarica il pdf)

 

da Laudato si’ nn. 216-221

Per un impegno ecologico che scaturisca dalla visione cristiana del creato, della persona umana e delle comunità (San Francesco)

LA CONVERSIONE ECOLOGICA

216. La grande ricchezza della spiritualità cristiana, generata da venti secoli di esperienze personali e comunitarie, costituisce un magnifico contributo da offrire allo sforzo di rinnovare l’umanità. Desidero proporre ai cristiani alcune linee di spiritualità ecologica che nascono dalle convinzioni della nostra fede, perché ciò che il Vangelo ci insegna ha conseguenze sul nostro modo di pensare, di sentire e di vivere. Non si tratta tanto di parlare di idee, quanto soprattutto delle motivazioni che derivano dalla spiritualità al fine di alimentare una passione per la cura del mondo. Infatti non sarà possibile impegnarsi in cose grandi soltanto con delle dottrine, senza una mistica che ci animi, senza «qualche movente interiore che dà impulso, motiva, incoraggia e dà senso all’azione personale e comunitaria». Dobbiamo riconoscere che non sempre noi cristiani abbiamo raccolto e fatto fruttare le ricchezze che Dio ha dato alla Chiesa, dove la spiritualità non è disgiunta dal proprio corpo, né dalla natura o dalle realtà di questo mondo, ma piuttosto vive con esse e in esse, in comunione con tutto ciò che ci circonda.

217. Se «i deserti esteriori si moltiplicano nel mondo, perché i deserti interiori sono diventati così ampi», la crisi ecologica è un appello a una profonda conversione interiore. … Vivere la vocazione di essere custodi dell’opera di Dio è parte essenziale di un’esistenza virtuosa, non costituisce qualcosa di opzionale e nemmeno un aspetto secondario dell’esperienza cristiana.

218. Ricordiamo il modello di san Francesco d’Assisi, per proporre una sana relazione col creato come una dimensione della conversione integrale della persona. Questo esige anche di riconoscere i propri errori, peccati, vizi o negligenze, e pentirsi di cuore, cambiare dal di dentro. …

219. Tuttavia, non basta che ognuno sia migliore per risolvere una situazione tanto complessa come quella che affronta il mondo attuale. … La conversione ecologica che si richiede per creare un dinamismo di cambiamento duraturo è anche una conversione comunitaria.

220. Tale conversione comporta vari atteggiamenti che si coniugano per attivare una cura generosa e piena di tenerezza. In primo luogo implica gratitudine e gratuità … . Implica pure l’amorevole consapevolezza di non essere separati dalle altre creature … . Inoltre, facendo crescere le capacità peculiari che Dio ha dato a ciascun credente, la conversione ecologica lo conduce a sviluppare la sua creatività e il suo entusiasmo, al fine di risolvere i drammi del mondo, offrendosi a Dio «come sacrificio vivente, santo e gradito» (Rm 12,1). …

221. Diverse convinzioni della nostra fede, sviluppate all’inizio di questa Enciclica, aiutano ad arricchire il senso di tale conversione, come la consapevolezza che ogni creatura riflette qualcosa di Dio e ha un messaggio da trasmetterci, o la certezza che Cristo ha assunto in sé questo mondo materiale e ora, risorto, dimora nell’intimo di ogni essere, circondandolo con il suo affetto e penetrandolo con la sua luce. Come pure il riconoscere che Dio ha creato il mondo inscrivendo in esso un ordine e un dinamismo che l’essere umano non ha il diritto di ignorare.

Quando leggiamo nel Vangelo che Gesù parla degli uccelli e dice che «nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio» (Lc 12,6), saremo capaci di maltrattarli e far loro del male? Invito tutti i cristiani a esplicitare questa dimensione della propria conversione, permettendo che la forza e la luce della grazia ricevuta si estendano anche alla relazione con le altre creature e con il mondo che li circonda, e susciti quella sublime fratellanza con tutto il creato che san Francesco d’Assisi visse in maniera così luminosa.

La confessione ecologica

Un simpatico sketch di Giovanni Scifoni sensibilizza su alcuni comportamenti non ecologici che a conti fatti sono veri e propri peccati.. non confessati!

 

Ambiente come fondamento di un nuovo senso di comunità

(sezione a cura di Arpa Umbria)
Titolo: Luigino Bruni, La nuova economia delle aziende “vegetali” (Isola Polvese, 21 Giugno 2016)

Descrizione: Il capitalismo green sta operando una autentica rivoluzione nel nostro modo di intendere le imprese e la loro responsabilità ambientale e sociale. C’è, però, un aspetto della metafora “verde” che non viene sufficientemente enfatizzato nei molti dibattiti sull’evoluzione delle imprese: è il passaggio dalla metafora animale a quella vegetale.
Luigino Bruni, docente alla Lumsa di Roma e autore di diversi testi sull’economia civile, analizza gli aspetti chiave di questa metafora.

 

 

Francesco, 65 anni, quando parla di ambiente con il gruppo di adulti della sua parrocchia gli sembra di essere di un altro mondo. Quando Papa Francesco ha pubblicato la Laudato si’ pensava che in parrocchia le cose sarebbero cambiate, che ci sarebbe stato un nuovo interesse …