Prevalgono politica e diplomazia, senza trascurare gli interessi concreti (in primo luogo le forniture energetiche). Il vertice straordinario dell’Unione europea, convocato a Bruxelles per il 1’settembre dal presidente di turno Nicolas Sarkozy, non ha riservato sorprese. I Ventisette hanno lanciato un forte appello per la cessazione delle ostilità fra Russia e Georgia, hanno promesso aiuti materiali senza per questo tagliare i ponti con Mosca. Il Regno Unito e i Paesi ex sovietici che ora aderiscono all’Ue avrebbero voluto sanzioni e il pugno di ferro contro la ‘minaccia russa’, ma alla fine hanno prevalso posizioni più moderate e attendiste.Il documento con le decisioni adottate dai capi di Stato e di governo dei Paesi membri prende atto della gravità della situazione creatasi nel Caucaso, con il rischio che le tensioni e il conflitto possano estendersi all’intera regione centroasiatica. Il Consiglio parla di ‘reazione sproporzionata della Russia’ e ‘deplora le perdite di vite umane, le sofferenze inflitte alle popolazioni, il numero di sfollati o profughi, i danni materiali ingenti’. Inoltre ‘condanna fermamente la decisione unilaterale della Russia di riconoscere l’indipendenza dell’Abkhazia e dell’Ossezia del Sud’, rifiutando ogni paragone con lo scacchiere balcanico. I 27 non hanno trovato difficoltà a sottolineare ‘a una sola voce’ – come ha tenuto a precisare Sarkozy al termine dell’incontro – la necessità di rispettare la sovranità e l’integrità territoriale della Georgia, trascurando ogni possibile critica alle mosse azzardate (e violente) di Tbilisi nelle due regioni separatiste. L’Ue indica dunque l’urgenza di ritornare alle relazioni pacifiche in tutta l’area; si impegna a fornire ‘ingenti contributi materiali e finanziari’ e a vigilare sul rispetto dei 6 punti concordati a metà agosto per la cessazione delle ostilità, in piena collaborazione con Osce e Nazioni Unite. In questa direzione è stabilito l’invio di una ‘missione esplorativa’ che verifichi le condizioni di un impegno rafforzato dell’Unione in Georgia, alla quale vengono pure offerti una ‘agevolazione per il rilascio dei visti’ e ‘l’eventuale instaurazione di una zona di libero scambio’ commerciale. I Ventisette mirano poi a promuovere una conferenza internazionale per la ricostruzione della Georgia e nominano a tal fine un loro ‘rappresentante speciale’. A questo punto le Conclusioni del vertice esplicitano le preoccupazioni comunitarie sul versante energia. ‘I recenti avvenimenti – vi si legge – evidenziano la necessità che l’Europa intensifichi gli sforzi in materia di sicurezza dell’approvvigionamento energetico’. Poche parole, per dire che non è possibile tagliare i ponti con Mosca con il rischio di veder chiudere i rubinetti del gas russo. L’Ue ribadisce così la convinzione che ‘non vi sia alternativa auspicabile a una relazione forte, fondata sulla cooperazione’ tra la vecchia Europa e il ‘regno’ di Putin e Medvedev. Lunedì 8 settembre i vertici comunitari, guidati dal presidente di turno Sarkozy e da quello della Commissione Barroso, voleranno a Mosca per verificare il ‘senso di responsabilità’ del gigante asiatico. È vero, come ha affermato Sarkozy, che in questo frangente ‘l’Europa non si è divisa’; ma è altrettanto vero che su un delicato tema di politica estera ancora una volta l’Ue ha trovato l’accordo solo giocando al ribasso.
Europa attendista
L'appello Ue per la fine delle ostilità fra Russia e Georgia
AUTORE:
Gianni Borsa