“Facciamo crescere insieme il regno di Dio”

Assem- blea diocesana, la prima presieduta da mons. Tuzia. I temi portanti e le parole del Vescovo
L’intervento di mons. Benedetto Tuzia all’assemblea diocesana

“Questo nostro incontro è l’inizio dell’anno pastorale, è il momento nel quale tutti siamo chiamati a condividere un lavoro di programmazione e di impegni che devono scandire una nuova tappa del cammino. È la prima volta che incontro le varie realtà e ricchezze di questa santa Chiesa, voi tutti presbiteri, diaconi, religiosi, religiose, operatori pastorali che con compiti diversi lavorate nella vigna del Signore”.

Lo ha detto mons. Benedetto Tuzia in apertura della partecipata Assemblea diocesana, sabato scorso, presso la struttura di accoglienza del santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza.

Il Vescovo, dopo aver detto del suo entusiasmo e della sua emozione a tre mesi dall’inizio del suo ministero in diocesi, ha ricordato di aver girato in lungo e largo la stessa per una prima presa di contatto, con il desiderio profondo di conoscere e di entrare con rispetto nella ricchezza della storia di fede che è narrata dal patrimonio di arte realizzato nella fede da quanti ci hanno preceduto. Proseguiranno i suoi incontri nelle nove Vicarie della diocesi, per incontrare insieme e poi separatamente sacerdoti e diaconi, celebrare con tutti i fedeli l’eucaristia e incontrare e dialogare con i giovani del territorio.

Mons. Tuzia ha poi parlato della responsabilità del Vescovo, che è quella della guida che scaturisce dalla sintesi di ascolti e di contributi che si raccolgono senza precomprensioni.

“Mi sono riproposto – ha detto – di far crescere tra noi, in particolare tra vescovo e presbiteri, tra presbiteri, tra vescovo, presbiteri e laici la stima reciproca, il volersi bene. C’è una Chiesa da amare, c’è una Chiesa da servire, c’è un regno di Dio che deve crescere. Siamo chiamati a camminare insieme – ha sottolineato – nella forza dell’amore che edifica, costruisce la comunità. Ci è vietata la missione del solitario o in solitaria. Posso dirvi che ho visto e sto vedendo una Chiesa bella, articolata. Di certo è una bella Sposa, ma non è ancora del tutto la sposa senza macchia e ruga”.

Il Vescovo ha poi parlato dell’Anno della fede e del significato del motu proprio di Papa Benedetto XVI, Porta fidei, e della urgenza di rimotivare la fede nelle comunità ecclesiali, per passare da una fede “presupposta” ad una fede “proposta”. In particolare, ha accennato ad alcuni percorsi obbligati per un efficace cammino comunitario.

Tra questi percorsi obbligati mons. Tuzia ha indicato, innanzitutto, l’urgente rinnovamento teologico, spirituale e pastorale attraverso una lettura esistenziale del testo sacro, un’approfondita comprensione dei documenti del Concilio Vaticano II e un’assimilazione delle verità contenute nel Catechismo della Chiesa cattolica. Poi un percorso di profonda purificazione e di sincera conversione. Infine la confessione di fede nel Signore che, solo se testimoniata con la parola e la vita, è in grado di risvegliare una rinnovata adesione al Vangelo.

Mons. Tuzia ha quindi esortato a rivalutare i “luoghi” principali in cui il cristiano può maturare la grazia della fede per giungere, quanto più è possibile alla “forma” di Cristo: l’eucaristia, il Simbolo (il Credo), la comunità, la testimonianza della carità.

Ha poi parlato dell’iniziazione cristiana che comprende in sé l’annuncio, la catechesi, la celebrazione e la testimonianza, ed ha sottolineato che “generare alla fede resta l’avventura più entusiasmante del credente e delle comunità cristiane che, mentre generano, sono a loro volta generate e ri-generate e sperimentano la fecondità del loro grembo”. Nell’iniziazione cristiana delle nuove generazioni, che inizia con il battesimo, le parrocchie e le famiglie hanno un terreno comune in cui lavorare in vera simbiosi per ricercare cammini formativi efficaci per genitori e ragazzi: è questo l’obiettivo cui tende l’intero piano pastorale.

Mons. Tuzia ha poi dedicato molta attenzione al Giubileo eucaristico straordinario 2013-2014 per il 750° anniversario di due grandi eventi: il miracolo eucaristico di Bolsena e la bolla Transiturus di papa Urbano IV che introdusse la festa solenne del Corpus Domini nella Chiesa universale. Eventi che pongono al centro delle celebrazioni l’eucaristia, Gesù Cristo realmente presente sotto i segni del pane e del vino, cuore della Chiesa e della fede cristiana.

Al termine della relazione del Vescovo i partecipanti hanno dato vita a nove gruppi di lavoro – in base all’appartenenza alle singole Vicarie e coordinati dai rispettivi Vicari foranei – dai quali saranno tratte, e quanto prima rese note, le utili indicazioni per l’attività pastorale.

Il giubileo

Parlando del Giubileo eucaristico straordinario concesso da Benedetto XVI alla diocesi in occasione delle ricorrenze centenarie del miracolo di Bolsena e della bolla Transiturus con cui fu istituita la festa del Corpus Domini, mons. Benedetto Tuzia ha messo in luce il fondamentale carattere religioso e spirituale delle celebrazioni centenarie, finalizzate alla conversione, al rinnovamento interiore e all’evangelizzazione. Un Comitato appositamente formatosi sta lavorando già da alcuni mesi per organizzare l’evento, predisponendo, in particolare, i due luoghi giubilari di Bolsena e di Orvieto in modo da offrire ai fedeli e ai pellegrini tutti quei sussidi spirituali necessari al raggiungimento delle suddette finalità. Alle due basiliche di Bolsena e di Orvieto, luoghi principali per ottenere l’indulgenza plenaria concessa dalla Santa Sede, “intendiamo anche aggiungere – ha detto Mons. Tuzia – in un ideale pellegrinaggio penitenziale, la basilica concattedrale di Todi e il santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza come tappe preparatorie o conclusive dell’intero Giubileo eucaristico”. Il vicario generale mons. Carlo Franzoni ha quindi presentato le varie iniziative, alcune già in programma altre in cantiere. Ed ha concluso esprimendo il condiviso desiderio di avere per l’occasione “il Santo Padre in mezzo a noi”, desiderio che “se Dio vorrà, si potrà realizzare”.

Scuola di teologia

Il rosone del Duomo di Orvieto

Sempre nell’ambito dell’Assemblea è stata presentata la Scuola diocesana di teologia per l’anno accademico 2012-2013. La diocesi, attraverso questa Scuola attiva da oltre un decennio, desidera offrire un’opportunità seria e fruibile di approfondimento della fede a quanti, laici o religiosi, sentano l’urgenza di coniugare fede e ragione, per non rimanere estranei ai processi culturali ed etici che attraversano il Paese. La Scuola sembra ancor più necessaria a partire dall’Anno della fede e dal Giubileo eucaristico donato dal Papa alla nostra Chiesa particolare, l’uno e l’altro occasioni propizie per la crescita della fede anche nella sua prospettiva di studio.

La Scuola è strutturata in un quadriennio ed ha due sezioni: Orvieto e Todi. Le lezioni si svolgono in due giorni alla settimana, da ottobre a giugno, il martedì nella sede di Orvieto e il mercoledì in quella di Todi.

Il depliant ed informazioni dettagliate sono disponibili sul sito www.diocesiorvietotodi.it.

AUTORE: Antonio Colasanto