Finanziati 599 mila euroAmmonta a 599 mila euro la cifra stanziata dalla Regione dell’Umbria per finanziare progetti finalizzati all’integrazione degli immigrati regolari in Umbria. La nostra regione è tra quelle italiane in cui il fenomeno dell’immigrazione è più presente, in particolare Perugia spicca per multietnicità. Stando ai dati forniti dalla Regione gli immigrati regolari in Umbria hanno superato le 40 mila unità, pari al cinque per cento della popolazione complessiva. Il programma per l’integrazione indica come criteri prioritari per il finanziamento di interventi di integrazione, i settori dell’istruzione, dei centri di accoglienza, dell’educazione interculturale e della facilitazione nella ricerca di abitazioni. Ad ogni modo il nuovo programma triennale punta complessivamente a ristabilire pari opportunità di partenza tra cittadini stranieri e italiani Nel 2002 in Umbria le domande presentate per la regolamentazione sono state 13.852, con un aumento sull’anno precedente del 15,6 per cento. L’assessore regionale alle politiche sociali, Gaia Grossi, in occasione dell’approvazione del programma ha rivolto un appello al consiglio e alle forze politiche ”affinchè trovi sostegno la richiesta di ulteriori fondi per l’assistenza sanitaria agli immigrati che i presidenti di tutte le Regioni italiane hanno posto al Governo”. Grossi ha anticipato che il 2 dicembre prossimo saranno ufficialmente presentati i progetti di integrazione concordati con le scuole dell’Umbria e finanziati dalla Regione. Un maggior controllo sulle iniziative organizzate dalle associazioni, più sinergia e aggregazione tra gli enti che presentano i progetti, elasticità nella rendicontazione finale: sono questi i punti segnalati dal presidente dell’Anolf, Associazione oltre le frontiere, di Perugia, Francesco Ferroni, per poter utilizzare al meglio i finanziamenti messi a disposizione dalla Regione dell’Umbria (599 mila euro per i prossimi tre anni), per progetti e iniziative mirati all’integrazione in 12 ambiti territoriali. “La nostra associazione – ha riferito Ferroni – ha realizzato molti progetti approvati dalla Regione e autofinanziati. Per il futuro puntiamo molto ad aumentare le iniziative sul fronte della formazione che però, a nostro avviso, va indirizzata non solo verso gli stranieri ma allargata a corsi misti”. Secondo Ferroni sarebbe anche auspicabile una programmazione annuale dei filoni d’intervento sui quali le associazioni, gli enti e il privato sociale, possano intervenire presentando iniziative. “Sarebbe utile stabilire delle linee privilegiate rispetto ad altre su cui orientarsi per organizzare corsi e attività d’integrazione – ha detto – Inoltre vanno fatti controlli più severi sul ruolo delle associazioni che promuovono le attività verificando che queste siano veramente accreditate”. Tra i punti segnalati dall’associazione – come si è detto – c’è anche quello della difficoltà della rendicontazione “che, in ogni caso dev’essere severa, ma più elastica. Quello dei conti è un tema tra i più delicati – ha annotato il presidente dell’Anolf – i finanziamenti vengono attribuiti in base a capitoli di spesa imponendo anche dei vincoli temporali e difficilmente i finanziamenti durante il corso possono essere spostati per spese diverse, in realtà forse sarebbe più giusto una verifica finale sui lavori lasciando più libertà agli enti che lavorano sul progetto. Ma la restrizione è partita dall’alto, a livello europeo, per cui mi rendo conto che è difficile agire su questo fronte. Del resto come Anolf e Cisl ci siamo sempre battuti affinchè i finanziamenti fossero assegnati, non a pioggia, ma per finanziare progetti validi presentati da associazioni accreditate, quindi ben vengano i controlli, ma forse, un po’ di elasticità sarebbe gradita”. L’Anolf ha attivato presso la sede della Cisl regionale uno sportello per gli immigrati che si è rivelato un ottimo punto di osservazione per definire quali sono i settori in cui agire per permettere agli immigrati di vivere meglio nel nostro Paese. “Senza dubbio l’integrazione e il lavoro sono fondamentali – ha rimarcato Ferroni – Nel primo caso bisogna partire dalle scuole, dove già lavoriamo molto visto che, spesso, i presidi di vari istituti di Perugia chiedono la nostra presenza per un sostegno ai ragazzi che arrivano da altri paesi. Sul lavoro poi, è importante partire dalle regole fondamentali, in particolare nei settori più a rischio, come quello edile. Molti lavoratori che vengono da fuori sono digiuni di tutta la normativa italiana sulla sicurezza, non conoscono la segnaletica, i cartelli di pericolo, e poi occorre anche educare al lavoro rispetto alle nostre regole”.
Fondi regionali per progetti per l’integrazione degli immigrati
L'Anolf chiede maggiori controlli e più elasticità nella rendicontazione
AUTORE:
Ida Gentile