Fondo Ceu, un aiuto per chi perde il lavoro

I vescovi umbri puntano al raddoppio per il Fondo di solidarietà. Il 6 giugno grande colletta in tutte le chiese umbre

È un numero ragguardevole quello delle 587 famiglie della nostra regione che possono guardare al futuro con maggiore serenità, avendo potuto usufruire del fondo di solidarietà promosso dai vescovi umbri. Ma la crisi continua e altre famiglie di lavoratori, soprattutto tra i precari, stanno perdendo il posto. Per questo i vescovi delle otto diocesi umbre rilanciano l’appello per ricostituire il Fondo di solidarietà puntando decisamente al raddoppio. “Daremo un mese del nostro stipendio”, aveva annunciato tre settimane fa il presidente della Conferenza episcopale umbra, mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni – Narni – Amelia, e martedì lo ha confermato presentando alla stampa l’appello per la raccolta dei fondi. Si può cominciare da subito a contribuire e, come un anno fa, sarà dedicata una domenica, quella del 6 giugno, perché è la festa del Corpus Domini, al lancio dell’iniziativa in tutte le chiese della regione. Sarà annunciata e subito messa in atto una “grande colletta”. La scelta del Corpus Domini non è casuale. L’eucaristia è il sacramento della comunione, della condivisione, dell’unico pane spezzato in maniera che tutti possano partecipare al banchetto. È il grande sacramento della fraternità e dell’uguaglianza davanti a Dio di tutti gli uomini. A quel banchetto i poveri hanno il primo posto assegnato loro da Cristo. Se ciò non avviene di fatto, il culto dell’Eucarestia sarebbe ipocrita. Lo ha spiegato molto bene e con enfasi mons. Paglia, parlando della presenza di Cristo nel povero. Nel suo primo anno di attività il Fondo ha raccolto 1 milione e 325 mila euro, ne ha impegnati 1.159.000 (di cui 797.270 già erogati) per aiutare 587 famiglie. Restano 166.270 euro, pochi a fronte delle richieste di aiuto che continuano ad arrivare. “Ora vorremmo raccoglierne 2 milioni e 600 mila, sarebbero 2,5 euro per ogni umbro, un obiettivo possibile” per una regione che con il suo scarso milione di abitanti “ha raccolto molto facendo anche meglio, in proporzione, rispetto alla diocesi di Milano che con 5 milioni di abitanti ha raccolto circa 5 milioni di euro!”. Il Fondo istituito dalla Chiesa aveva ricevuto il contributo di ampia parte della società umbra, dai politici alle Fondazioni bancarie, ha ricordato mons. Paglia che “a nome di tutti i vescovi” ha espresso l’augurio “che tutti i cittadini, banche, istituzioni, comprendano la significatività di un gesto comune che fa bene all’Umbria, poichè permette di non abbandonarci al consumo che ci cloroformizza non facendoci vedere debolezza e povertà”. Il presidente della Ceu ha quindi annunciato che scriverà ai 1800 amministratori regionali, provinciali e comunali per chiedere che imitino i vescovi nel contribuire versando, per esempio, un gettone di presenza. Il gruppo Pdl del Consiglio regionale ha già annunciato di aderire all’appello. La gestione del Fondo, ha sottolineato il delegato regionale Caritas Marcello Rinaldi, è stata fatta a costo zero, salvo i 40,17 euro di bollo per il conto corrente bancario, grazie ai volontari Caritas, Acli e dell’associazionismo che hanno raccolto e vagliato le 1.613 domande di contributo, che per l’80% sono di famiglie italiane. Vi è stato chi, avendo ritrovato il lavoro, dopo pochi mesi, ha rinunciato al contributo, come vi è stata una mamma che ha scritto ringraziando dell’aiuto, che le consente di affrontare il futuro con sguardo meno disperato. “Sono segnali di una conferma che il Fondo funziona”. Ha ricordato infine mons. Paglia, che è possibile fare la donazione già da oggi. PER CONTRIBUIRECittadini, istituzioni, imprese, banche, associazioni di categoria, politici e chiunque lo desideri, possono sostenere il fondo fin da subito attraverso il c/c intestato a: Regione ecclesiastica umbria – fondo di solidarietà delle chiese umbre, codice iban: IT18 F 06315 03000 000000081040.Informazioni sul Fondo, e le modalità per accedervi sono disponibili nella sezione dedicata sul sito www.chiesainumbria.it

AUTORE: Maria Rita Valli