Forum: ‘È stata una vera prova di forza’

Intervista al presidente regionale Pillon

Il presidente del Forum delle associazioni familiari dell’Umbria, l’avvocato Simone Pillon, 35 anni da Brescia, è sposato con Silvia. Da due anni vive a Perugia. Anche sua figlia Carolina, di pochi mesi, nonostante il caldo, era con lui nella Capitale alla testa delle famiglie cattoliche umbre. Attivissimo, nel parterre del Family Day, ha braccato molti politici: Volonté, Binetti, Buttiglione, Bobba’ Pochi gli sono sfuggiti. Adesso, già dalla prima metà di giugno, li inviterà in Umbria, uno per uno, per ‘inchiodarli’ su impegni concreti per la famiglia. Allora Pillon, come va dopo Roma? ‘L’Italia incredula – esordisce – sa ora che la famiglia fondata sul matrimonio è l’unico nerbo della società. Piazza San Giovanni è stata una prova di forza vera e propria. E chi comanda ha avuto modo di contarci’ Dalla sola Umbria eravamo 4.500′. E quindi cosa vi aspettate? ‘Che i politici valorizzino subito la gratuità che la famiglia produce ogni giorno. Se allo Stato dovessero pesare tutti i servizi che le famiglie rendono alla società, non si potrebbe più andare avanti. Serve una politica fiscale che riesamini la proposta del quoziente fiscale, fondata sul ‘più figli, meno tasse’. L’imponibile va computato scorporando i componenti del nucleo familiare, quindi contando anche i figli e i nonni che vivono in casa. Agli asili nido pubblici si privilegiano le famiglie monoparentali e le persone non sposate poiché, con il cumulo dei redditi, chi ha famiglia precipita in fondo alla graduatoria e deve dire addio all’asilo nido comunale. È poi fondamentale favorire l’acquisto della prima casa per le giovani coppie sposate’. È giusto sostenere anche le coppie di fatto? ‘Dico sì al riconoscimento di diritti individuali delle singole persone, ma la soggettività sociale è solo della famiglia sposata riconosciuta nella Costituzione, e non di altre relazioni fondate sull’effimero, che non danno garanzie alla società’. E gli omosessuali? ‘L’omosessualità non è un criterio per assegnare risorse pubbliche, che è poi il tentativo via-Dico. Siano pure liberi di essere gay, apertamente, ma non devono aspettarsi benefici particolari dallo Stato solo sulla base dei loro orientamenti sessuali”.Delusi dalla classe politica attuale? ‘In sessant’anni di Repubblica, non abbiamo mai avuto politiche decenti per la famiglia. Ma dopo piazza San Giovanni, i politici sono costretti a farci vedere quanto e come intendano aiutare la famiglia. Sapendo che le promesse vane non conteranno più e che abbiamo tanta rabbia dentro’.

AUTORE: Paolo Giovannelli