Futur-lirismo

A palazzo della Penna di Perugia si espone per la prima volta una Preghiera' realizzata dal pittore Gerardo Dottori negli anni Venti

La raccolta Dottori di palazzo Penna si arricchisce di un’altra opera: si tratta di ‘Preghiera’, una figura femminile orante con aureola (un olio su stoffa del 1924), fino ad oggi inedita, concessa di recente in deposito (ma non in proprietà) da un privato. Verrà presentata venerdì 12 gennaio presso la sala della biblioteca di Palazzo Penna. La donazione rappresenta la prima risposta concreta all’appello che il Comune ha fatto a collezionisti e alle istituzioni private e pubbliche, affinché concedessero in deposito opere dell’artista. ‘Un’opera che un collezionista perugino ha voluto generosamente, quanto anonimamente, rendere fruibile alla collettività. – spiega Massimo Duranti, curatore della raccolta e presidente degli Archivi Dottori – Diverse sono state fino ad oggi, comunque le richieste di informazioni in merito’. ‘Lo stendardo, – prosegue – rappresenta probabilmente una santa, che ho scoperto essere molto simile a una delle pitture murali di un ciclo che Dottori realizzò per la cappella di palazzo Clerici a Foligno, proprio negli anni Venti’. In occasione della presentazione della nuova opera, verrà inaugurata anche ‘Una mostra lunga un giorno’: una raccolta di 14 opere a soggetto sacro dell’artista perugino (di proprietà privata, molte delle quali inedite, altre raramente esposte) che vanno dal 1924 al 1968. La mostra durerà tre giorni e sarà accompagnata, nella giornata inaugurale, da una conversazione sull’arte sacra futurista. Tra le opere esposte disegni, idromatite, dipinti, bozzetti a soggetto sacro come presepi, Madonne con Bambino, tutti esempi della modernità futurista del pittore. In particolare si potranno vedere i bozzetti per la decorazione della chiesa di sant’Antonio Abate, in corso Bersaglieri (1947) e quello per la decorazione dell’abside della chiesa parrocchiale di Tuoro (1949).Perché Dottori scelse di fare dell’arte sacra uno dei suoi principali soggetti pittorici? ‘La pittura sacra per Dottori è fondamentale – spiega Duranti. – Pur essendo un’artista d’avanguardia, il fatto di essere nato e vissuto in Umbria, dove è voluto tenacemente rimanere perché terra di profondo misticismo oltre che intrisa di spiritualità, lo ha influenzato molto. La sua specificità è infatti quella di un artista d’avanguardia che ha saputo coniugare questo suo linguaggio particolare, di rottura con il passato futurista, con i soggetti sacri. Nel Manifesto dell’arte sacra futurista del ’32, Marinetti dice che Dottori è il primo artista che ha saputo modernizzare l’arte sacra che a quei tempi era ancora arroccata su vecchi schemi post Ottocenteschi. È, infatti, a partire dagli anni Venti che comincia a mettere le figure della Madonna e dei santi su uno sfondo aereopittorico, utilizzando paesaggi futuristi. Ma tutta la pittura di Dottori, al di là dei soggetti sacri, è intrisa di spiritualità, di lirismo, e lui lo dichiara apertamente’. Che rapporto aveva con la fede? ‘Dottori era un credente, ma non praticante. La domenica mattina, raccontava, andava nelle nostre montagne a dipingere e lì si sentiva più vicino a Dio. La sua era una fede un po’ particolare, se vogliamo, molto intimista. Quando scriveva di arte sacra diceva: ‘Per essere un buon pittore d’arte sacra non occorre necessariamente la fede, però se c’è non fa male’. Negli ultimi anni ebbe anche l’assistenza di don Nello Palloni, che andava da lui per imparare a dipingere e certamente lo ha sempre seguito’.

AUTORE: Manuela Acito