Il Natale torna in fabbrica per la tradizionale celebrazione, che il vescovo Vincenzo Paglia ha presieduto all’interno del reparto della società delle fucine nel complesso industriale della Thyssen Krupp – Acciai speciali Terni, alla presenza dell’amministratore delegato Harald Espenhahn, delle autorità cittadine, di numerosi dipendenti dell’Ast e dei loro familiari. ‘Celebriamo qui la messa di Natale – ha esordito il Vescovo nella sua omelia – perché Gesù viene a nascere qui, non solo nelle chiese, ma anche in fabbrica, accanto alle linee e al forno, accanto alla torre e sulla ferrovia, sugli autotreni e sulle gru. Nulla di quello che accade qui dentro gli è estraneo, nulla di quel che qui avviene gli è indifferente’. Una celebrazione che è coincisa con il primo anniversario dell’incidente nella fabbrica di Torino dove hanno perso la vita sette operai; gli stessi che il Vescovo, nel corso della celebrazione, ha più volte ricordato. ‘La preghiera per chi ci lascia e per chi resta è il modo più alto e più efficace per vivere le avversità e i drammi che si abbattono sulla nostra vita ‘ ha detto mons. Paglia -. Per questo non sentiamo stridente la celebrazione del Natale e la preghiera per questi fratelli così tragicamente scomparsi. A Gesù interessavano senza dubbio quei sette operai di Torino che oggi ricordiamo in maniera particolare: li mettiamo su questo altare’. E tra le centinaia di presenti il ricordo è corso ad un anno prima, all’incendio in fabbrica, agli operai morti e agli altri agonizzanti, al dolore delle famiglie, con una commozione sempre più palpabile sfociata in un lungo applauso nel momento in cui sono stati ricordati i nomi degli operai morti. Una triste piaga, quella delle morti sul lavoro: ‘una catena d’inferno a cui non possiamo rassegnarci’ l’ha definita mons. Paglia. ‘Le chiamiamo ‘morti bianche’ – ha ricordato – ma sono terribilmente nere com’è nera quella catena infernale che non riusciamo a interrompere. Oltre 1.200 vittime del lavoro decedute lo scorso anno in Italia, i 25 emila operai che hanno subìto incidenti sul lavoro; molti sono gravemente mutilati. Si fanno già le statistiche dei morti dell’anno prossimo, come se ci fosse un destino implacabile e inarrestabile. Ma è bene ricordare che ci sono leggi e debbono essere rigorosamente rispettate, come sono necessari controlli più rigidi e più puntuali. È sempre più indispensabile una cultura per la prevenzione che coinvolga tutti, dal primo all’ultimo; che ciascuno sia responsabile in prima persona nel suo campo. E tuttavia non credo che basti. C’è bisogno del Natale, di questo natale, ossia che rinasca l’amore nel cuore di tutti’.