Giovanni è una guida

“Tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade” profetizza Zaccaria alludendo al futuro di suo figlio Giovanni e al ruolo che avrebbe svolto nel preparare l’arrivo del Messia. Domenica 24 giugno è la Solennità della Natività di S. Giovanni Battista, uno dei santi che nel corso dell’anno liturgico viene celebrato ben 2 volte. La liturgia della Parola ruota intorno alla figura di Giovanni Battista già a partire dalla prima lettura tratta dal Libro del profeta Isaia che, in quello che è considerato il secondo Canto del Servo di Yhawhè, descrive appunto un ‘servo’ chiamato già quando era ancora nel grembo materno per una missione di riunificazione del popolo d’Israele, missione che doveva estendersi alle altre nazioni apportando luce e salvezza “fino all’estremità della terra”. Anche l’autore del Salmo 138 ci fa pensare alla figura del Battista perché riferisce lo stesso motivo di un legame privilegiato con il Signore che lo ha “tessuto nel grembo” di sua madre. Gli Atti degli Apostoli poi ci testimoniano circa l’importanza che la missione svolta da Giovanni Battista ancora godeva nelle prime predicazioni apostoliche. La narrazione riporta infatti il primo viaggio missionario di Paolo che, trovandosi nella sinagoga di Antiochia di Pisidia, e rivolgendosi ad un uditorio per lo più giudeo, nell’annunciare il Vangelo, si sofferma sulla funzione di ‘precursore’ di Cristo esercitata dal Battista. Ma è soprattutto la pagina del Vangelo a fornirci ulteriori dettagli in merito alla conoscenza di Giovanni Battista. Il brano tratto dal Vangelo secondo Luca ci propone l’episodio dell’assegnazione del ‘nome’ ponendo risalto al particolare ruolo svolto dalla ‘comunità’ (“vicini e parenti”) in questa circostanza.

L’introduzione ci presenta una lieta notizia: la sterile ha partorito e la conseguenza è che “vicini e parenti” riconoscono questo evento come scaturito da un intervento divino e come tale genera una gioia collettiva. La comunità poi intende prender parte all’evento in modo straordinario proponendo il nome del bambino cosa che invece spettava solo ai genitori, specie al padre. Ad imporsi è sua madre Elisabetta che stabilisce il nome “Giovanni”, ma poiché la donna in questo caso non faceva molto testo e per di più aveva scelto un nome non appartenente alla sua “parentela”, ancora la collettività (“vicini e parenti”) chiede a Zaccaria di indicare il nome e Zaccaria, ancora privo della parola, scrive su una tavoletta il nome “Giovanni”. Anche al termine dell’episodio sono chiamati in causa i “vicini e parenti” che manifestano tutta la loro meraviglia (“furono meravigliati”), meraviglia che poi si trasforma in “timore” nel momento in cui a Zaccaria si apre la bocca e la lingua (“parlava benedicendo Dio”) e questi “vicini e parenti” ancora dimostrano di partecipare in modo protagonistico e dovrebbero aver fatto molto ‘chiasso’ tanto che “per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose”. E occorre fare attenzione alla qualità della divulgazione e accoglienza della notizia perché non si tratta di un semplice lasciarsi suggestionare da qualcosa di eclatante, ma piuttosto un riconoscere la “mano del Signore” nella vicenda del bambino in quanto “tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro”. Quest’ultima espressione ci ricorda Maria che “custodiva tutte queste cose (del Figlio) nel suo cuore” e questo parallelismo con la Madre di Gesù ci fa apprezzare ancor più la risonanza spirituale e sociale che ha avuto la nascita di Giovanni Battista del quale la pagina del Vangelo riporta l’epilogo: “il fanciullo cresceva e si fortificava nello Spirito”. Anche quest’ultimo è un dettaglio determinante per conoscere la figura di Giovanni che il Vangelo con una certa insistenza ci presenta associato appunto allo Spirito Santo. Degli stessi suoi genitori è specificata questa relazione con l’azione dello Spirito Santo: Zaccaria “fu ripieno di Spirito Santo” ed espresse la profezia che è il Cantico noto come il Benedictus (1,67); sua madre Elisabetta al saluto di Maria “fu ripiena di Spirito Santo” e pronunciò l’inno che è la prima parte dell’ Ave Maria (1,41). Circa Giovanni stesso l’angelo del Signore aveva annunciato a Zaccaria che sarebbe stato “pieno di Spirito Santo fin dal grembo di sua madre” (1,15). Il destino particolare di Giovanni è segnato anche dall’informazione che “cresceva e si fortificava”, tipica di noti personaggi dell’AT quali Isacco (Gen 21,8), Sansone (Gdc 13,24) e Samuele (1Sam 2,21.26).

Ma ancor più significativo è il luogo in cui Giovanni viveva: “nel deserto”. Giovanni ha vissuto la sua esistenza prima della “manifestazione ad Israele” nel deserto, luogo biblicamente parlando privilegiato per l’approfondimento della confidenza con il Signore. Il deserto è infatti il luogo scelto dal Signore per mettere alla prova gli israeliti e saggiare i loro cuori (Dt 8,2) ed è anche il luogo dove gli israeliti si sono innamorati del Signore (Ger 2,2). Giovanni è quindi una provocazione e, all’inizio del tempo estivo, uno stimolo a programmare un periodo di ‘deserto’ per ripensare e approfondire il legame con il Signore lasciandoci ispirare proprio da lui che “dal grembo di sua madre” è stato offerto al Signore.

LA PAROLA della Domenica

PRIMA LETTURA
Isaia 49,1-6

SALMO RESPONSORIALE
Salmo 138

SECONDA LETTURA
Atti degli apostoli 13,22-26

VANGELO
Vangelo di Luca 1,57-66.80

 

AUTORE: Giuseppina Bruscolotti