Gioventù da non ‘bruciare’ in carcere

Altotevere senza frontiere. Incontro con don Gino Rigoldi
L’incontro con don Gino Rigoldi
L’incontro con don Gino Rigoldi

Il secondo appuntamento del 2013 di ContAtti ha avuto come protagonista don Gino Rigoldi. Nato nel 1939, è cappellano dell’istituto penale per minorenni “Cesare Beccaria” di Milano dal 1972, e dal 1999 guida “Le case del sorriso”, in Romania, occupandosi di bambini a rischio d’abbandono e dei giovani vissuti negli istituti di reclusione. Questo sacerdote, inoltre, è il fondatore della “Comunità Nuova” onlus: un’associazione che si occupa di tossicodipendenze e di disagio giovanile. Don Gino, lo scorso giovedì 11 aprile, è stato protagonista a Città di Castello di un incontro sul tema “L’amore testardo, storie di carcere e periferia”, svoltosi negli spazi del “Torrione”.

L’ospite partendo dagli inizi, ha allora ripercorso molte tappe della sua vita nel carcere milanese, dove “ha visto passare davanti circa 30.000-40.000 ragazzi, in quasi quarant’anni di attività. Non esistono ragazzi cattivi – ha aggiunto – ma esistono ragazzi che fanno cose cattive, e non dobbiamo pensare che una persona sia il reato che ha commesso”.

Presentando poi il modo d’intervento per “recuperare” i ragazzi in carcere, ha affermato: “Davanti ad un ragazzo che entra in carcere dopo un reato, bisogna ascoltare, cercare di conoscere e capire la sua storia, ma il nodo centrale sta nella relazione che si riesce a instaurare con lui e con le relazioni che lui riesce a instaurare con gli altri. La premessa è quella di riconoscere le cose sbagliate e condannarle, ma l’obiettivo è il cambiamento. Per questo serve parlare insieme a loro e cercare di fare un percorso di vita, puntando sulla loro parte più buona. Per questo è importante la relazione: ci permette di lavorare insieme per creare un progetto per il loro futuro”.

Lo stesso ospite, poi, ha ricordato ai presenti come nelle carceri senza un accompagnamento formativo la recidiva degli ex detenuti salga fino al 50%, a fronte di un 14% nelle carceri dove sono presenti figure preposte all’educazione. Don Gino ha poi parlato della situazione delle carceri italiane, frutto anche di una carenza culturale: la maggior parte dei detenuti infatti presenta anche una scarsa alfabetizzazione: “Alcuni hanno il diploma, qualcuno il diploma di scuola media; molti vanno verso l’analfabetismo”.

In conclusione, don Gino ha anche parlato di come si potrebbe risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri, per il quale un primo passo potrebbe essere una nuova legislazione riguardante la droga.

ContAtti è un’iniziativa ideata nel 2010 dall’associazione “Altotevere senza frontiere”, con il fine di sensibilizzare e responsabilizzare i giovani su alcune tematiche di attualità, puntando su modelli da seguire per operare in vista del bene comune.

L’attività di questa associazione non si ferma però qui: per essere aggiornati sulle sue iniziative basta consultare il sito www.altoteveresenzafrontiere.it.

AUTORE: Francesco Orlandini