Guardando a cosa accade a Madrid

Editoriale

Siamo quasi alla vigilia della Giornata mondiale della gioventù (16-21 agosto). I giovani sono già sul piede di partenza per Madrid. È un evento che interessa tanti Paesi di tutto il mondo, anche alcuni a maggioranza islamica come la Siria. Per rimanere in Italia, sappiamo che saranno 85 mila i giovani che parteciperanno, e 40 mila partiranno una settimana prima, alloggiati presso famiglie. Sono coinvolte le 226 diocesi con 109 vescovi che accompagneranano i giovani, con 2.500 sacerdoti. La coralità così ampia dimostra che l’iniziativa ha conquistato la fiducia dei giovani e degli operatori pastorali. Alcuni di questi hanno alle spalle esperienze molto forti che rendono credibile e persuasivo il loro invito ai giovani. C’è quest’anno la novità dei gemellaggi con le diocesi spagnole, che offriranno la possibilità di incontri curati e relazioni personali. Don Nicolò Anselmi, responsabile del servizio nazionale di Pastorale giovanile, in un intervento nel sito internet della Cei, fa notare le difficoltà economiche che le famiglie dei giovani devono affrontare in periodo di crisi, che rendono la partecipazione ancora più significativa e cita i 500 ragazzi che partiranno in pullman dalla Basilicata. Sulla partecipazione dei giovani della nostra regione ha scritto nel numero 26 un articolo il coordinatore regionale don Marcello Cruciani. Dall’Umbria ne partiranno 1.500, e non è poca cosa per una regione tra le più piccole d’Italia. Questo massiccio movimento di giovani spinti da una motivazione religiosa non è sostitutivo in toto di ciò che rappresenta l’ordinario flusso di giovani attorno alle iniziative e alle proposte della Chiesa, quelle delle parrocchie, dei movimenti ecclesiali, dei gruppi associativi. Questo “giacimento di risorse religiose” rappresentato dal mondo cattolico, capace di inclusione e coinvolgimento di masse di persone di ogni età, compresi i giovani, e che si vorrebbe vedere in azione anche in campo politico (Galli della Loggia), dovrebbe comunque dare suggerimenti per l’azione pastorale e per la comunicazione sociale della Chiesa, a quella parte di essa spesso intimorita dalle grida di chi è fissato sugli scandali, e imbalsamata da chi la vuole immobile sul passato, come una statua di sale. I cristiani che leggono e pensano, riflettono e si informano, possono trovare motivi di speranza e canali di inserimento per dare un contributo non solo di assenso astratto e di umana simpatia, ma di consenso a concrete iniziative di promozione umana e di evangelizzazione missionaria. La fiducia genera energie e trova risorse, mentre la continua lamentela produce immobilismo. La Gmg potrebbe costituire un’occasione per ri-proporre ad una società distratta le ragioni della speranza cristiana. Chi ha gridato per primo attribuendo al fanatismo islamico la tragedia norvegese, e poi si è dovuto convincere che si trattava di terrorismo bianco di matrice nordica pseudo-cristiana, ha bisogno di ritrovare il giusto posizionamento nel quadrante della storia contemporanea della salvezza dalle parole di Benedetto XVI ai giovani: “Ritrovare le radici dell’albero, che lo tengono ben saldo nel terreno e danno stabilità duratura alla casa. Mediante la fede, noi siamo fondati in Cristo come una casa è costruita sulle fondamenta”.

AUTORE: Elio Bromuri