Guerra di Gaza: i precedenti

Abbiamo già fatto qualche commento su quella che si può chiamare la guerra di Gaza, scoppiata (o ri-scoppiata) all’indomani dell’incontro di preghiera in Vaticano tra i Capi di Stato israeliano e palestinese. Cercherò ora di dare qualche coordinata per comprendere le ragioni di questo scontro. All’origine di tutto, si sa, c’è la formazione dello Stato d’Israele, non riconosciuta come legittima dagli Stati arabi circostanti, almeno all’inizio. Poi c’è stata la Guerra dei sei giorni, nel 1967, trionfalmente vinta dagli israeliani contro Egitto, Siria e Giordania. Grazie a quel successo, Israele ha occupato tre aree geografiche: il territorio della Giordania a ovest del fiume Giordano, l’altopiano del Golan, già della Siria, e infine, appunto, la Striscia di Gaza che era tenuta dall’Egitto, più tutta la penisola del Sinai. Dopo lunghe trattative, Israele restituì all’Egitto il Sinai e l’Egitto rinunciò a Gaza, perché facesse parte del futuro Stato palestinese. La Giordania a sua volta rinunciò, alle stesse condizioni, ai suoi territori occidentali. Poi vi sono stati gli accordi che hanno portato alla costituzione dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), di fatto un nuovo Stato che vive in pace – relativamente – con Israele, ma ancora non sono stati sciolti tutti i nodi che impediscono una pace definitiva e piena. Infine c’è la questione di Gaza. Questo territorio fa parte di quelli nominalmente assegnati all’Autorità nazionale palestinese, ma geograficamente è separato da loro, confinando quasi per intero con Israele e per il resto con l’Egitto (che non se ne interessa). Dopo le elezioni politiche dell’Anp del 2006, vi è stata una frattura tra Gaza e gli altri palestinesi: Gaza è amministrata da Hamas come se fosse un piccolo Stato indipendente. Ma Hamas è un’organizzazione terroristica, o comunque estremista, che disconosce gli accordi già fatti tra Israele e Anp, e a maggior ragione si oppone a ulteriori accordi; e si considera in guerra con Israele, che attacca con il lancio di razzi esplosivi. Israele disconosce a sua volta il governo di Hamas e risponde ai razzi con missili. Questo è – molto in breve – lo stato delle cose. Non è affatto facile vedere una via d’uscita.

AUTORE: Pier Giorgio Lignani

1 COMMENT

  1. Gaza ex territorio egiziano, come scritto nell’articolo, perso con la guerra dello stermino ’67 dichiarata fatta e persa ANCHE dall’Egitto contro Israele.
    Liberato unilateralmente e VOLONTARIAMENTE da Israele nel (2005).
    Dopo il 2005 non c’è più alcun contenzioso territoriale.
    Perché allora da Gaza Hamas continua a lanciare migliaia di missili sui civili israeliani ( crimine contro l’umanità)?
    Il perché è scritto chiaramente nello statuto :
    Statuto di Hamas
    Articolo 11
    Il Movimento di Resistenza Islamico crede che la terra di Palestina sia un sacro deposito (waqf), terra islamica affidata alle generazioni dell’islam fino al giorno della resurrezione. Non è accettabile rinunciare ad alcuna parte di essa. Nessuno Stato arabo, né tutti gli Stati arabi nel loro insieme, nessun re o presidente, né tutti i re e presidenti messi insieme, nessuna organizzazione, né tutte le organizzazioni palestinesi o arabe unite hanno il diritto di disporre o di cedere anche un singolo pezzo di essa, perché la Palestina è terra islamica affidata alle generazioni dell’islam sino al giorno del giudizio. Chi, dopo tutto, potrebbe arrogarsi il diritto di agire per conto di tutte le generazioni dell’islam fino al giorno del giudizio?
    Questa è la regola nella legge islamica (shari’a), e la stessa regola si applica a ogni terra che i musulmani abbiano conquistato con la forza, perché al tempo della conquista i musulmani la hanno consacrata per tutte le generazioni dell’islam fino al giorno del giudizio.
    http://www.cesnur.org/2004/statuto_hamas.htm
    nonostante arrivino ai palestinesi cospicui aiuti internazionali, solo dall’ ONU nel 2012
    1,18 MILIARDI DI DOLLARI NEL 2012 Per la sola Palestina
    1,3 MILIARDI DI DOLLARI NEL 2012 Per tutta l’Africa
    Sproporzione inaccettabile.
    Ma nessuno subordina gli aiuti al cambio dello statuto che prevede espressamente la distruzione di Israele !.

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