I valori del Partito popolare nella ‘nuova’ Margherita

Ciliberti, Liviantoni e Castellani commentano la scelta del congresso di Roma

Il modello di riferimento resta quello del Partito popolare di don Sturzo, un po’ movimento e un po’ partito organizzato, soggetto collettivo a forte democrazia interna, aperto e flessibile. Ma il percorso politico non sarà più quello del Ppi, che aveva raccolto una parte dei cattolici dell’ex Democrazia cristiana. Il congresso nazionale dei Popolari, che si è svolto a Roma dall’8 al 10 marzo, ha scelto l’adesione alla Margherita, intesa non solo come ‘cartello’ elettorale comune fra Ppi, Democratici, Udeur e Rinnovamento italiano. Il progetto della nuova forza autonoma, impegnata nella coalizione dell’Ulivo, capace – secondo gli intenti – di rafforzare l’unità tra Paese e parlamento, di concorrere alla costruzione di nuove regole condivise e di affermare nuovi spazi di soggettività democratica e di libera creatività sarà operativo dal congresso costitutivo di Parma, previsto per il 22/24 marzo prossimo. “Margherita”. Una novità che i Popolari umbri hanno accolto positivamente, senza traumi né preclusioni verso la costituzione del nuovo soggetto politico. “C’erano posizioni differenziate – spiega Franco Ciliberti, coordinatore regionale del Ppi – tra chi voleva accentuare un aspetto piuttosto che un altro. Per il resto ci siamo stimolati a vicenda per fare più in fretta e meglio, perché ritenevamo che le sensibilità, le simpatie e le disponibilità dell’elettorato verso questa nuova forza politica dovessero essere colte con tempestività”. Gli esponenti umbri del Ppi considerano, dunque, la Margherita come una prosecuzione del filone politico in cui è sempre stato collocato il partito dei cattolici italiani. “Il popolarismo e il personalismo che sono la ricchezza della nostra ispirazione – commenta il senatore Pierluigi Castellani – saranno valori fondanti del nuovo soggetto politico insieme alla cultura liberaldemocratica”. “Si chiude solo ‘uno strumento’ per fare politica – aggiunge Ciliberti – ma in altri strumenti continueranno i valori, le proposte programmatiche, una certa idea della politica che esalta la partecipazione e la centralità della persona, e la traduzione laica di alcuni valori cristiani nella politica italiana”. Non ci sono forti rimpianti nemmeno nell’accantonare simboli e sigle come quella del Partito popolare, con tutte le implicazioni storiche e politiche che il nome si porta dietro. “Una storia e una tradizione – spiega Castellani – che verranno gelosamente custodite dalla fondazione e dall’associazione, che diventerà luogo di incontro, di dibattito e di formazione della nuova classe dirigente”. Neanche per Carlo Liviantoni, presidente del Consiglio regionale dell’Umbria, l’esperienza del cattolicesimo popolare è caratterizzata solo da una sigla, quanto piuttosto da “un profondo pensiero filosofico e sociale e da una difficile ma esaltante traduzione di tale pensiero in termini di progetto politico”. Una “casa politica” più grande – secondo Ciliberti – permetterà ai partiti che aderiscono alla Margherita di porsi come reale alternativa a Forza Italia in vasti settori dell’elettorato italiano, come il mondo imprenditoriale e quello giovanile. “Certo, nella costruzione del nuovo autorevole e forte soggetto politico – precisa Liviantoni – non possiamo prescindere dai valori di riferimento che hanno caratterizzato storicamente l’innovativo impegno politico dei cattolici nel costruire una società aperta, giusta e democratica, sociale e tollerante, che pone al centro di ogni considerazione ed elaborazione il valore della persona umana”. E di questi valori, assicura Ciliberti, sarà “intrisa” la carta dei principi costitutivi della Margherita che sarà approvata al congresso di Parma. Precisato il ruolo del cattolicesimo democratico all’interno della formazione attualmente guidata da Rutelli, si tratta ora di vedere quale sarà lo spazio della Margherita all’interno della coalizione di centro-sinistra. Per Castellani dovrà “dare forza e visibilità al centro e a quanti, nello schieramento, non si sentono rappresentati dalla cultura socialista”. “Il desiderio di legalità, di una democrazia partecipativa, di modernizzazione del paese, l’ansia di giustizia e di solidarietà – continua il senatore popolare – quanto insomma nasce di nuovo oggi nell’opinione pubblica va interpretato e ad esso vanno date delle risposte”. Ciliberti crede che la Margherita dovrà contribuire a ridare al centro-sinistra il tono di un luogo in cui la politica prevalga sulla tattica e sulle strategie di corto respiro in una società italiana ed europea dove sembra sopravvivere solo chi crede nella spettacolarizzazione e nella dimensione plebiscitaria della politica stessa. Da questo punto di vista, secondo Liviantoni, la Margherita sarà chiamata a “interpretare e valorizzare la normalità della politica intesa come naturale impegno civile a cui recuperare quei milioni di persone che lo vivono con totale distacco o con atteggiamento di acritica delega in bianco”.

AUTORE: Daniele Morini