
In una gremita Aula Magna della Facoltà Teologica dell’Italia Centrale in Firenze, il 30 maggio, il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo emerito di Perugia-Città della Pieve, già presidente della Cei, ha ricevuto il Dottorato honoris causa in Sacra Teologia. Questo riconoscimento accademico ha commosso il neodottore dinanzi a una platea di suoi ex allievi di seminario, molti oggi sacerdoti, e richiamato in Facoltà non pochi docenti e studenti.
A dargli il benvenuto sono stati l’arcivescovo di Firenze, mons. Gherardo Gambelli e il preside della Facoltà, il prof. don Stefano Tarocchi. Ad ascoltare la laudatio del prof. don Valentino Bulgarelli e la lectio magistralis del neo dottore, c’erano l’arcivescovo emerito di Firenze, il cardinale Giuseppe Betori, il presidente della Conferenza episcopale umbra, l’arcivescovo Renato Boccardo e il vescovo emerito di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, mons. Riccardo Fontana, successore dello stesso Bassetti alla guida della diocesi toscana. E tra i sacerdoti presenti l’amico don Andrea Soletskyy, segretario e rappresentante in Italia dell’Arcivescovo maggiore della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina, e una delegazione dell’Arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve guidata dal vicario generale don Simone Sorbaioli.
Europa e Mediterraneo costruttori di pace
Sul tema della pace, pensando in particolare ai conflitti in Ucraina e in Medio Oriente, si è soffermato il cardinale Bassetti nella sua lectio, menzionando Papa Leone XIV che “sin dal primo discorso ufficiale ha parlato di pace”. Partendo dalle riflessioni di La Pira, ha toccato “due grandi temi: la ricerca della pace e le crisi che attraversano il Mediterraneo”.
Le tre questioni cruciali
Nello sviluppare il tema del Mediterraneo, ha parlato di tre “questioni cruciali”: – le “risorse energetiche” per le quali “da sempre gli Stati si combattono, politicamente e militarmente”; – il “complesso rapporto tra i processi di democratizzazione, lo sviluppo economico e il rispetto delle minoranze religiose, i cristiani in Medio Oriente per esempio”; – le “migrazioni internazionali in cui si combinano le cosiddette opportunità politiche, che a volte si trasformano in minacciosi ricatti da parte di alcuni Stati, con la doverosa e necessaria salvaguardia dei diritti umani dei migranti”. Nell’affrontare queste questioni l’Europa è fondamentale, ha concluso Bassetti auspicando una maggiore “consapevolezza”, quella “che non ci potrà mai essere un’Europa stabilmente in pace, senza pace nel Mediterraneo”.
Non è un caso che il prof. Bulgarelli, all’inizio della laudatio, presentando il Cardinale, abbia parlato di “figura eminente della Chiesa del nostro tempo, la cui opera pastorale e testimonianza evangelica costituiscono un contributo esemplare al pensiero teologico, alla riflessione ecclesiale e alla costruzione di una società più umana e fraterna”.
Teologia nel vissuto della comunità
“Nell’itinerario di vita e di ministero del cardinale Bassetti – ha evidenziato Bulgarelli – si disvela una forma alta e concreta di teologia vissuta: non teologia astratta o elaborata nei soli ambiti accademici, ma teologia che nasce dall’ascolto della Parola, dall’immersione nel vissuto della comunità cristiana, dal discernimento dei segni dei tempi. Egli ha mostrato, in modo coerente e fecondo, che la teologia più autentica non si misura soltanto dalla produzione dottrinale, ma dalla capacità di rendere la verità del Vangelo presente e operante nella storia”.
In particolare, nel “permanere di Dio nella storia che si scorge la bellezza della Chiesa nelle sue tre grandi esperienze: la comunità che annuncia, celebra e tesse la rete della fraternità. Il cui fine è accorciare le distanze tra il Cercatore (Dio) e il Cercato (l’uomo e la donna). Il cardinale Bassetti si è immerso pienamente e completamente nell’esperienza ecclesiale e in questo dinamismo, trovando linfa vitale per la sua vita cristiana e successivamente come prete e Vescovo”.
Teologia della prossimità e del popolo
Soffermandosi sulla “teologia della prossimità” di Bassetti, il prof. Bulgarelli ha detto: “il suo ministero è una vera ‘lectio teologica’ sul campo: nella dedizione al popolo di Dio, nella vicinanza ai lavoratori e agli ultimi, nel dialogo rispettoso con le istituzioni civili, nella cura delle vocazioni, nell’ascolto partecipe delle inquietudini della società. In questo, si manifesta un tratto decisivo della sua figura: la teologia della prossimità, così profondamente in sintonia con il magistero di Papa Francesco, che ha voluto elevarlo al cardinalato e affidargli un ruolo di rilievo nella guida della Chiesa italiana. Prossimità come stile, come categoria teologica, come incarnazione della misericordia divina. Prossimità che non banalizza la verità, ma la rende accessibile e trasformante”.
Nell’avviarsi alla conclusione, Bulgarelli ha sottolineato “quanto nella persona del cardinale Bassetti risplenda quella che potremmo definire, con espressione cara a Papa Francesco, una ‘teologia del popolo’: una teologia che non si accontenta di spiegare, ma si lascia interpellare; una teologia che non teme la contaminazione con la vita reale, ma che nella storia cerca le tracce di Dio. Questa teologia, il cardinale Bassetti l’ha insegnata, spesso senza bisogno di parole, con la forza del suo esempio: con il silenzio di chi accompagna, con la mitezza di chi non si impone, con la fermezza di chi sa per Chi e per cosa vive. Una teologia che si fa prossimità, compassione, speranza”.