Il card. Spidlik: dalla Russia con amore ecumenico

Intervista al cardinale che ad Orvieto ha incontrato il clero

Il cardinale TomÈs SpidlÈk ha incontrato giovedì 25 gennaio i sacerdoti della diocesi di Orvieto-Todi, riunitisi al seminario vescovile di Orvieto, per il consueto ritiro mensile (vedi resoconto nella pagina di Orvieto). La ricca riflessione sulla spiritualità offerta dal Cardinale ben si inquadra nel tema ‘Vita cristiana, vita nello Spirito’ che il vescovo Scanavino ha proposto come programma del nuovo anno pastorale. Appassionato studioso della spiritualità delle Chiese d’Oriente, l’ottantasettenne gesuita, nativo della Moravia (Repubblica Ceca), è stato eletto cardinale da Giovanni Paolo II nel Concistoro del 21 ottobre 2003. Attualmente vive e lavora a Roma presso il Centro Aletti, un centro di studi e ricerche che si affianca alla missione che la Compagnia di Gesù svolge al Pontificio istituto orientale. Instancabile è la sua opera di promozione dei contatti personali con gli uomini di cultura, specialmente dell’Est europeo e, più volte inviato in Russia, nel 1992 è stato ricevuto al Cremlino dal presidente Eltsin e dal Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Alessio II. Nel 1997 ha ricevuto la laurea honoris causa dall’Università di Cluj in Romania, promossa dalla Facoltà teologica ortodossa. È autore di numerosi scritti, tra articoli, libri ed anche interessanti libretti di stile pastorale. Al cardinale TomÈs SpidlÈk, che non ha mancato di colorire la sua accurata relazione con simpatiche battute e curiosi aneddoti, abbiamo rivolto alcune domande. Sembra esserci oggi una esigenza di ritorno alla vita spirituale. Si tratta della ricerca di una sicurezza e di un equilibrio interiori o della ricerca del Tu di Dio? ‘L’uomo cerca soprattutto l’uomo. Siamo nel periodo in cui veramente si cercano diritti umani, la vita umana, il benessere umano. Proprio adesso stavo dicendo, con un sacerdote, che lo scrittore russo Dostoevskij ha ‘provato’ che l’uomo non può essere uomo senza Cristo e senza Cristo non si arriva a Dio Padre e neanche a Dio. Dunque c’è quell’aspetto cristologico necessario per essere uomo’. Cosa si può fare di più nelle parrocchie per presentarle come luoghi di incontro con Dio, piuttosto che come efficienti organizzazioni? ‘Bene, siamo di nuovo alle parrocchie! Per prima cosa è necessario trovare un ambiente bello ed accogliente in cui si possa davvero parlare di quegli elementi che ci toccano profondamente nell’umano, perché relativa all’uomo non è soltanto la necessità di soddisfare i bisogni primari, quali il mangiare, eccetera, ma è fondamentale scoprire che in lui ci sono incredibili possibilità e misteri. Le scienze vanno a scoprire i misteri della natura, mentre scoprire il mistero dell’uomo, questo si chiama arte. Allora la religione o è vera arte o decade in una forma di amministrazione’. A che punto è il cammino ecumenico della Chiesa, in particolare con gli ortodossi? ‘Mai riferirsi agli ortodossi come fossero una sola persona. Quando vado in Oriente e mi chiedono come mi ricevono gli ortodossi, rispondo sempre che vado a visitare gli amici e gli amici mi ricevono molto bene. Bisogna assolutamente trovare contatti personali fra questi concetti generici, italiani, ortodossi’ Dico così: non si può parlare oggi neanche dei cani, perché ogni cane è diverso! Il fondamento dell’ecumenismo non è la legge ma la persona, con il suo cuore e le sue idee. Occorre mettere insieme la Chiesa delle persone’.

AUTORE: Michela Massaro