Il Consiglio regionale conferma Brega presidente

Regione. Una rielezione che però crea qualche malumore nel centrosinistra
Una seduta del Consiglio regionale

Alla fine, tra qualche mal di pancia, Eros Brega (Pd) è stato rieletto presidente del Consiglio regionale dell’Umbria. L’assemblea di palazzo Cesaroni, anche grazie ad un ampio consenso, oltre la maggioranza di centrosinistra, ha confermato Brega con 23 voti a favore e 6 schede bianche.

L’elezione è avvenuta alla quarta votazione, in cui era sufficiente la maggioranza assoluta. Nelle prime tre era invece necessario il quorum dei quattro quinti (25 su 31) previsto dalla Statuto regionale. All’ufficio di Presidenza sono stati rieletti, come vice presidenti Damiano Stufara (Rc) e Andrea Lignani Marchesani (Pdl), mentre, come segretari sono stati confermati Fausto Galanello (Pd) e Alfredo De Sio (Pdl). “Ringrazio il mio partito per avermi ricandidato – ha detto Brega subito dopo l’elezione – e ringrazio i colleghi che mi hanno votato. Cercherò di continuare a ricoprire questo ruolo di garanzia con ‘terzietà’. La nostra comunità sta attraversando una grave crisi economica e sta alla politica riacquistare il proprio ruolo con adeguatezza. La disponibilità della gente a fare sacrifici c’è, ma bisogna far vedere cosa c’è alla fine di questi sacrifici”. Brega ha rivolto un messaggio di vicinanza alle persone dell’Orvietano e del Marscianese gravemente colpite dall’alluvione.

Nonostante il voto a favore, si registra qualche crepa nella maggioranza di centrosinistra, rappresentata in particolare dal comunista Orfeo Goracci che non ha gradito la scelta di riconfermare Stufara. L’ex sindaco di Gubbio avrebbe voluto far eleggere Roberto Carpinelli (“Marini per l’Umbria”) – che una volta capito il clima ha ritirato la sua candidatura a vice presidente – al posto di Stufara, magari con il sostegno del Psi. In aula Goracci ha detto che “alcuni gruppi sembrano non avere dignità” facendo capire come in futuro altri voti a favore della maggioranza, come nella riforma della sanità, non ci saranno.

AUTORE: E. Q.