Il Disegno di Legge approvato dal Senato. Ora dovrà passare il vaglio della Camera

Per il docente di religione uno status giuridico e professionale Per il docente di religione uno status giuridico e professionale

Il problema dello stato giuridico e del reclutamento degli insegnanti di religione cattolica è stato affrontato in un disegno di legge che, approvato dal Senato, è passato alla Camera che lo ha assegnato per l’esame preliminare alla Commissione lavoro. La VII Commissione ha, però, sollevato un conflitto di competenza, sostenendo che il provvedimento incide sulla programmazione didattica della scuola, sul suo progetto educativo e sull’offerta che ne consegue, così come sull’organizzazione scolastica, materie queste di sua competenza, riguardanti, appunto, istruzione e cultura. Intanto gli interessati sono sul chi vive. Una soluzione si impone per questa fetta di insegnanti, una soluzione che li sottragga al perdurante precariato e li inserisca a pieno titolo nell’alveo della nuova scuola dell’autonomia. Una scuola che dovrà integrare in una visione organicamente progettuale il complesso della sua articolata offerta formativa, ivi compresa la religione cattolica, quando accettata dagli alunni e/o dalle famiglie. È chiaro che le nuove norme nel momento in cui regolamenteranno l’accesso ai ruoli in una ottica paritaria con altri insegnamenti, dovranno far riferimento a casi analoghi verificatisi nella tormentata e recente storia della scuola in Italia. Quindi il legislatore dovrà fare uno sforzo, tenendo conto dell’attuale regime pattizio, per conciliare legittime aspettative con una svolta istituzionale che, nel momento in cui definisce requisiti e titoli dei destinatari, non azzeri i loro crediti e le loro esperienze, specie in prima applicazione. Gradualità ed equilibrio si impongono anche, poniamo, attraverso l’obbligo di frequenza di corsi-passerella mirati allo scopo. Che è contemporaneamente giuridico e culturale. Del resto, da questo punto di vista, la Chiesa non è stata a guardare; ha pensato bene di non subire i processi del mutamento imposti dall’autonomia scolastica, ma di governarli e orientarli, per quanto di sua competenza. Molti corsi di aggiornamento e di formazione in servizio sono stati e sono rivolti a migliorare il quadro professionale dei docenti di religione. La stessa Conferenza episcopale italiana si è fatta carico di ciò. Proprio ad agosto di questo anno è stato pubblicato il “Documento conclusivo della sperimentazione sui programmi di religione cattolica nella prospettiva dell’autonomia scolastica e di nuovi programmi scolastici” (quelli, per intenderci, ipotizzati nel “Riordino dei cicli dell’istruzione” da una apposita Legge dello Stato). Gli argomenti sottoposti all’attenzione del docente di religione hanno sì contenuti confessionali, ma sono collocati in una dimensione educativa che non ignora i riferimenti di cultura generale, la logica dei rapporti fra discipline, la sintesi concettuale tra quei contenuti e il contesto interreligioso e interculturale tipico del mondo d’oggi. Con ciò dando un forte contributo alla comprensione e all’interdipendenza di fenomeni (come le problematiche del mondo giovanile) che vanno oltre la dimensione strettamente religiosa per interessare quella più ampiamente esistenziale e sociale. Insomma: sono presenti le condizioni sia generali che particolari, organizzative e culturali per dare al docente di religione uno status giuridico e professionale che lo includa come valore aggiunto nel processo di trasformazione della scuola italiana, salvaguardando la sua peculiarità e i suoi connotati non certo insignificanti sul piano dei nuovi, complessivi, orientamenti curricolari, didattici e metodologici (che cosa si insegna, come e perché) che richiede l’autonomia delle scuole.

AUTORE: Gianfranco Cesarini