Il dispetto alla consorte

Leggo ‘Micromega’. Non tutto (ogni numero si aggira sulle 250 pagine), non sempre (la pigrizia reclama i suoi diritti), ma lo leggo. De Gasperi diceva che, in politica, il cattolico è un uomo di centro che guarda a sinistra. Io guardo a sinistra tramite ‘Micromega’, e colgo innanzitutto una concezione alta della politica. Discutibile, ma alta. Diversissima da quella che il mio (anche mio) presidente del Consiglio Berlusconi ha espresso a Gubbio l’11 settembre, a conclusione del seminario di Forza Italia. Silvio il Grande si è tolto la giacca, poi la cravatta’: poi io ho spento la Tv: non volevo sapere da un media sfacciato come la Tv se il mio (anche il mio) Presidente indossa, ‘sotto’, i boxer o gli slip. Il n. 4/2005 di Micromega porta come sottotitolo ‘Almanacco di filosofia’, ed è intitolato ‘La natura umana’. Bene, benissimo: una rivista di politica che propone un tema filosofico torna alle sue origini, recupera le sue ragioni ultime. Anche il prossimo numero sarà dedicato allo stesso argomento. Bene, benissimo. Ma’, c’è un ma. Il ‘ma’ che i laicisti suscitano sempre quando disquisiscono di princìpi. Il direttore Paolo Flores d’Arcais, per la sua ricerca sulla natura umana ha predisposto un binario preciso. E parziale. Il logo della prima pagina cita Lucrezio (‘Se terrai questi concetti bene impressi nella mente, la natura ti apparirà subito libera e priva di superbi padroni, operare ogni cosa con la sua forza spontanea, senza gli dèi’), Leopardi (‘Immaginavi tu forse che il mondo fosse stato fatto per causa di voi uomini?’), Darwin (‘Perché il fatto che il pensiero sia una secrezione del cervello dovrebbe essere più stupefacente del fatto che la gravità sia una proprietà della natura?’). Ahi! Ahi! Ahi!!, come dice Mike, che della filosofia ha un’idea (‘idea’: si fa per dire) tutta sua. Il binario precostituito è quello della scienza, a partire dalle scienze umane. ‘L’antropologia – dichiara Flores d’Arcais nel fondo iniziale – non la metafisica costituisce il cuore della filosofia’. Già. Ma si tratta di un’antropologia nella quale scienza e filosofia si dividono equamente il terreno, sbarrando l’ingresso a chiunque altro reclami diritto di parola. E la teologia? Non è un pensiero con una sua formidabile ricchezza filosofica? E tutto il pensiero filosofico/teologico neoebraico, da Rosenzweig a Buber, da Jonas a Lévinas? Tutto cestinato? E ‘Il dolore innocente’, e ‘Per amore’, le due perle filosofico/ teologiche che recentemente ci ha regalato Vito Mancuso, per i tipi (Mondadori) del Cavaliere scamiciato? Un laico serio considera la teologia come una delle possibili forme di filosofia. Un laico prevenuto la butta nel cestino prima di averla presa in considerazione. Insultando la metafisica, che nella sua verità è indagine sulle grandi leggi dell’essere. Solo certi suoi pessimi epigoni l’hanno ridotta ad astruseria. Che dire, in sintesi? Bah! È l’antica tentazione di castrarsi per fare un dispetto alla consorte.

AUTORE: Angelo M. Fanucci