Eucaristia-servizio, legame indissolubile rinnovato il Giovedì Santo dall’arcivescovo Ivan Maffeis nel servire detenuti, disabili…, d’insegnamento per piccoli e adulti
Annunciato all’inizio della Settimana Santa, l’arcivescovo di Perugia Ivan Maffeis ha compiuto, Giovedì Santo (17 aprile), il rito della lavanda dei piedi a carcerati, a donne disabili e a ministri straordinari dell’Eucaristia. Per la precisione ad un gruppo di detenuti e detenute della Casa Circondariale, al mattino, alle ospiti di Villa Nazarena a Pozzuolo Umbro, il pomeriggio, e ai ministri dell’Eucaristia della parrocchia della concattedrale di Città della Pieve, la sera (https://www.lavoce.it/domenica-delle-palme-a-perugia-cattedrale-gremita-di-fedeli/).
Tre testimonianze
A raccontare i tre appuntamenti accomunati dal servire il prossimo più fragile nel giorno che ricorda l’istituzione dell’Eucaristia sono: Maurizio Santantoni, segretario dell’Associazione perugina di volontariato (Apv), operante in carcere con una trentina di volontari, suor Adriana Romanini, della Sacra Famiglia di Spoleto, la congregazione di Villa Nazarena, un centro socio-riabilitativo all’avanguardia del Trasimeno, e don Giordano Commodi, parroco della concattedrale dei Ss. Gervasio e Protasio.
In Carcere
«La lavanda dei piedi a quattro detenuti e altrettante detenute è stato il segno più eloquente di questo servizio», commenta Santantoni, che aggiunge: «Il servizio al prossimo è mettere in pratica le parole, ma come ha ricordato il vescovo nell’omelia “se non sono seguite dai fatti sono poca cosa”. Il servizio che si compie con la lavanda dei piedi in un luogo come il carcere, è un grande segno di speranza e condivisione non solo per detenuti, ma per quanti vi operano a vario titolo, un esempio per la società che emargina questo mondo».
A Villa Nazarena
«È stato un incontro straordinario con il nostro vescovo, il “santo che cammina”, come lo chiamano le nostre ospiti». Così suor Adriana nel raccontare la visita dell’arcivescovo Maffeis con il parroco emerito di Pozzuolo don Piero Becherini. «Il vescovo ha voluto lavare entrambi i piedi delle ospiti, alcuni malformati. La più giovane ha poco più di venti anni, la più anziana 91. Una di loro è stata trovata piccolissima in una cesta sotto un albero…, una storia che conosce bene il vescovo Ivan». Ognuna delle 31 ospiti di Villa Nazarena ha una “storia particolare” amata dal Signore e servita da persone preparate professionalmente oltre che volenterose di mettere in pratica la Parola di Dio.
Nella concattedrale
Un richiamo forte con invito a rendere concreta la Parola del Signore è stata la celebrazione del Giovedì Santo nella concattedrale di Città della Pieve presieduta dall’arcivescovo insieme al parroco don Giordano e al suo predecessore don Aldo Gattobigio. Al centro della lavanda dei piedi non ci sono stati solo i ministri dell’Eucaristia ma anche i bambini del catechismo. «L’Eucaristia – spiega don Giordano – non può essere sganciata dal servizio al prossimo, soprattutto a quanti sono impossibilitati a raggiungere la mensa dell’altare, servizio che svolgono proprio i ministri straordinari. Il vescovo ha chiamato attorno a sé i nostri fanciulli nel compiere il prezioso gesto del chinarsi a terra e lavare i piedi, affinché fin da piccoli possano apprendere il suo significato, quello di concretizzare la Parola del Signore: “Fate questo in memoria di me”».
Riccardo Liguori
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