Il lavoro e la domenica

parola di vescovo

Il lavoro e la domenica sono due dimensioni diverse della vita, entrambe da difendere e valorizzare per sostenere il primato della persona umana. La crisi economica, la disoccupazione, la precarietà ci interrogano e ci impegnano a difendere il lavoro e il suo valore primario per la vita dell’uomo e della società. Il lavoro è una dimensione decisiva, che affonda le radici nel mistero stesso della creazione. Senza di esso l’uomo è come mutilato, e di conseguenza l’intera comunità ne percepisce le difficoltà e le negative conseguenze. Spesso in questi anni ci siamo trovati a vivere momenti difficili, sia a Terni che in Umbria. Situazioni che hanno richiesto impegno, forza e unità per difendere il lavoro e soprattutto per salvare centinaia di lavoratori da licenziamenti e cassa integrazione. Ricordo bene che in quei momenti di crisi la vera soluzione fu unirsi, studiare insieme la via migliore per perseguire il bene pubblico e l’interesse di tutti. Anche oggi ci troviamo a vivere tante situazioni di crisi, forse più numerose e complesse di quelle passate, che minano la pace di tante famiglie. Per questo, occorre tutti insieme contribuire alla difesa del lavoro e, con esso, difendere il valore della dignità del lavoro per mantenere aperte le prospettive di un futuro sereno e migliore. È necessario che in tutti gli ambiti, politici, economici e lavorativi, si affermi la concezione che la persona è il primo grande valore nella società e nel lavoro, e soprattutto si comprenda che non è il guadagno il primo punto, ma la dignità dell’uomo. C’è bisogno di una riscossa morale, interiore, profonda, perché il lavoro non solo sia rimesso al centro dell’attenzione ma se ne riscopra il suo cuore, il primato della persona, di chi lavora e della sua sicurezza globale. In questa difesa di importanti valori per l’uomo, accanto al lavoro c’è la domenica. Ed è significativa l’iniziativa messa in atto in Umbria che tende a difendere il riposo lavorativo nel giorno della domenica, giorno che per il cristiano è da dedicare a Dio. Cristianamente, le radici del riposo domenicale sono iscritte nell’atto stesso della creazione, poiché la domenica è parte fondamentale dell’opera creatrice, che continua nel corso dei secoli. La domenica, scrivevo ne La domenica, giorno che salva, è giorno dell’eucaristia e della preghiera, ma anche del riposo, della carità, della comunità e della famiglia, della festa, della libertà dalle fatiche quotidiane. Non a caso, la Costituzione italiana riconosce esplicitamente il valore del risposo festivo. Giorgio La Pira, nel dibattito in Costituente che condusse all’approvazione dell’art. 36 (“Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale”) sottolineava come, se è vero che il lavoro conferisce libertà all’uomo, allo stesso modo non esiste dignità e libertà senza tempo libero dal lavoro, tempo da dedicare al riposo, alla famiglia e, per il credente, alla fede. Per questo, credo sia lecito e conveniente riflettere, come abbiamo iniziato a fare con le istituzioni e i soggetti interessati nella nostra regione, sulla opportunità dell’apertura di servizi di carattere commerciale durante la domenica (e altri giorni festivi), interrogandosi sul rapporto costi-benefici del sacrificio richiesto ai lavoratori, e sugli effetti distorcenti sulla percezione del tempo della festa nella vita comunitaria. Ma credo sia ancora più necessario recuperare la domenica come quel “tempo forte” di riscoperta della dimensione spirituale capace di fermentare di luce nuova la vita delle nostre città.

AUTORE: † Vincenzo Paglia - Vescovo di Terni - Narni - Amelia