Il ‘made in Umbria’ nel mondo

Il Consiglio dell'emigrazione approva un documento dopo due giorni di studio. La nostra cultura andrebbe promossa meglio

Con un documento finale di grande respiro si sono chiusi i lavori del Consiglio regionale dell’emigrazione (Cre). La relazione del presidente Pavilio Lupini aveva toccato i temi dell’attualità più scottante: dalla crisi internazionale alla degenenerazione del nostro modo di sentire la sicurezza nelle nostre città. Un dibattito vivace ha caratterizzato la due-giorni, nella quale si sono inseriti anche i confronti con le altre istituzioni e gli assessorati regionali, alla ricerca di sinergie sempre più importanti da cui sono emerse prospettive concrete di collaborazione economica, culturale e turistica. Se il successo del made in Italy ha radici profonde anche nella grande presenza di italiani in ogni parte del mondo, bisogna cercare di trasferire questo modello per sostenere il made in Umbria. Le associazioni europee ed extraeuropee già stanno facendo un grande lavoro, a cominciare dalle prime che – oltre trenta anni fa – hanno indicato a tanti cittadini delle nazioni che poi formeranno l’Europa la vitalità e la specificità di questa isola del centro Italia che oggi tutti o quasi conoscono: l’Umbria. Nella volontà di sveltire e ringiovanire, i giovani hanno proposto di diventare loro stessi i membri effettivi del Cre e che gli adulti o anziani siano i loro supplenti; hanno chiesto una maggiore presenza su internet ed una Conferenza mondiale dei giovani umbri di terza o quarta generazione. Infatti, se un tempo parlare l’italiano era motivo di autosegregazione, oggi i nipoti ed i pronipoti vivono lo studio dell’italiano come una nuova opportunità. Il documento finale, dopo l’auspicio che il presidente Lupini possa continuare a svolgere l’apprezzato lavoro fin qui svolto, contiene spunti interessanti come il potenziamento dell’aeroporto di Sant’Egidio, la necessità che le istituzioni che operano all’estero si avvalgano delle associazioni presenti in quel territorio, l’adesione alle iniziative del Comitato Valnerina-Trenton o l’apertura di nuove associazioni come a San Juan in Argentina, ma ribadisce anche la necessità di continuare a sostenere le spese mediche per quei corregionali non abbienti che in Argentina e Venezuela si trovino in particolari difficoltà, e la massima attenzione per la diffusione della lingua italiana. Prendendo spunto dagli episodi di intolleranza di questi giorni, infine, gli umbri nel mondo sentono di dover chiedere a tutti l’impegno per lavorare ad una società aperta dove egoismo e razzismo non possono essere le risposte a problemi molto complessi.

AUTORE: Domenico Corucci