Il mega show dei bambini

parola di vescovo

Qualcuno in autorità, che non ha gradito evidentemente il grande raduno di famiglie cristiane a Madrid il 27 dicembre scorso, festa liturgica della Santa Famiglia di Nazareth, lo ha semplicemente liquidato con queste parole: un “mega show”, anche se si trattava di innumerevoli famiglie cristiane con i loro figli (700.000 persone, ha scritto Avvenire), provenienti da molte nazioni d’Europa (oltre 10.000 dall’Italia). Con notevole coraggio si sono messe in viaggio nei giorni di Natale, nonostante il freddo e i comprensibili disagi. I mezzi della comunicazione sociale (giornali, televisioni, riviste…), sia di Spagna che di altre nazioni, hanno snobbato l’evento e il suo significato non solo ideale, ma anche sociale e politico. Avevano ben altro di cui parlare a profusione: di babbinatale più o meno goffi, di cenoni sontuosi, di regali d’ogni forma e prezzo, di viaggi esotici (alla faccia della crisi economica!), e quindi non era bello turbare la quiete dei bontemponi con la simpaticissima confusione di bambini e ragazzi che guardavano con grandi occhi curiosi la bella città di Madrid, senza imbrattamenti ai muri e senza motorini fracassoni. La gran quantità di famiglie intervenute con i loro bellissimi figli d’ogni età voleva solo ricordare a tutti, e specialmente ai poteri pubblici che spesso decidono prima ancora di pensare alle conseguenze delle loro decisioni, che molti Paesi d’Europa, tra cui l’Italia, vanno invecchiando con grande velocità. Purtroppo l’Umbria in Italia, insieme alla Liguria, è la capofila delle Regioni invecchiate: – sia per il rifiuto di avere figli da parte delle giovani coppie più o meno “in carriera”, eliminando figli scomodi con i diversi strumenti di morte inventati a tale scopo; – sia per lo sfascio delle famiglie e la vistosa crisi educativa che ne consegue. Quanto alle aggregazioni domiciliari nelle grandi città (Milano, Roma) si parla ormai del 50% di famiglie “regolari” e del 50% di “single” (cfr. Corriere della sera); – sia per l’apertura a “matrimoni” (matris-munus) che tali non possono essere “per la contradizion che nol consente” (Inf. XXVII, 120); – sia per il sempre ostinatamente mancato sostegno economico e politico a famiglie numerose; – sia per la deriva del costume morale e della stessa salute psicofisica in atto tra le giovani generazioni (droghe, alcol, violenze, sregolatezze di vita…). Si consideri anche che con l’invecchiamento progressivo e la crisi dei ricambi generazionali, come ben sanno gli studiosi di statistica, mancheranno sempre più fondi economici per pagare le pensioni, le opere sociali ecc. Purtroppo, però, le ideologie vincono sempre sulla ragione e sulla scienza, nonostante le statistiche! Di conseguenza, il ricorso agli immigrati sarà sempre più urgente e forte. Già! Proprio quegli immigrati che molti non vogliono e che le Caritas aiutano come possono da sempre, ma che altrettanto seriamente oggi vengono sfruttati dalla delinquenza organizzata o da imprenditori senza scrupoli (Rosarno insegna), e anche sottovalutati dai poteri pubblici. Le famiglie sane e i figli ben educati sono il più bel tesoro che abbiamo: difendiamolo coraggiosamente, e lo difendano anche i non credenti. L’Italia ne sarà grata, quell’Italia che visse già l’esperienza della forte civiltà romana, entrata in grave crisi nel secolo V per ragioni analoghe alle attuali, poi invasa da torme di immigrati (i cosiddetti “barbari”). Fu allora che la Chiesa dei monaci non solo convertì i cosiddetti “barbari” a vita più dignitosa, ma difese e salvò in Europa l’antica preziosa eredità della fede (il valore d’ogni persona e d’ogni lavoratore), della cultura greco-romana, della civiltà cristiana, con i nuovi valori della carità e del perdono.

AUTORE: † Giuseppe Chiaretti