Dal 21 al 27 luglio si è svolto il pellegrinaggio sacerdotale a Lourdes, organizzato dalla Lega sacerdotale mariana, in collaborazione con i Silenziosi operai della croce e al Centro volontari della sofferenza, le tre associazioni fondate dal beato Luigi Novarese (1914-1984). Giunto alla sua 63a edizione, il pellegrinaggio ha visto la partecipazione di centinaia di malati provenienti da tutta Italia ed è stato presieduto dall’arcivescovo di Perugia, il card. Gualtiero Bassetti, e dal card. Silvano Piovanelli che ha predicato gli esercizi spirituali per i sacerdoti.
La Lega sacerdotale mariana è l’associazione nata nel 1943 per venire in aiuto ai preti infermi, feriti o in gravi condizioni economiche a causa della guerra, e che oggi continua la sua azione a favore degli ecclesiastici. A partire dai primi anni Cinquanta, organizza a luglio il pellegrinaggio a Lourdes per i sacerdoti, rinnovando ogni estate la tradizione inaugurata dal beato Novarese con il primo viaggio che si svolse dal 18 al 24 giugno 1952.
Nato a Casale Monferrato (Alessandria), don Luigi è stato proclamato beato l’11 maggio 2013 da Papa Francesco che lo ha definito “sacerdote innamorato di Cristo e zelante apostolo degli ammalati”. Rispetto ai suoi tempi, fu un innovatore. Pur lavorando presso la Segreteria di Stato della Santa Sede e successivamente alle dipendenze della Cei, dedicò tempo ed energie per promuovere, fin dagli anni Cinquanta, la visione della centralità del malato, soggetto portatore di diritti e dignità. Nello stesso tempo avviò un progetto di pastorale per i disabili, volto a combattere il loro stato di emarginazione sociale. Dialogò senza complessi con la medicina, dimostrando l’importanza della sfera spirituale del malato nel modo in cui egli affronta e vive la malattia.
Quest’anno ricorre il centenario della nascita del beato Novarese e per l’occasione, lo scorso 17 maggio, Papa Francesco ha ricevuto in udienza più di cinquemila fedeli, fra i quali centinaia di infermi e disabili, aderenti alle associazioni fondate dal sacerdote piemontese. “Francesco – ricorda don Janusz Malski, moderatore generale dei Silenziosi operai della croce – ha definito gli ammalati un dono per la Chiesa e ci ha ricordato, con le parole del beato Novarese, che il sofferente deve diventare soggetto attivo, protagonista del suo apostolato”.