Il presepe “parla” ai bambini

Il Vescovo ha indirizzato una lettera natalizia ai più piccoli

“Carissimi bambini e bambine, quest’anno, per Natale, ho deciso di scrivere un augurio speciale proprio a voi, un augurio personale che spero arrivi a tutti voi, ai vostri genitori, ai vostri nonni”.
Proprio per dare voce a questo auspicio riportiamo alcuni stralci del messaggio che mons. Domenico Cancian ha scritto rivolgendosi ai bambini della diocesi in occasione del Natale. Il Vescovo dapprima ricorda ai giovanissimi lettori l’importanza del presepe che “vuol rendere visibile il mistero di un evento realmente accaduto duemila anni fa, anzi 2011 anni fa. Infatti noi contiamo la storia del mondo a partire da quell’evento che è la nascita di Gesù fra noi. Natale è quindi la grande festa del compleanno di Gesù”.
Dopo aver ricordato che Natale si celebra il 25 dicembre perché in quella data i romani festeggiavano il dio Sole, mons. Cancian ricorda la parola del profeta Isaia che aveva predetto: “Il popolo che camminava nel buio vide una grande luce”. Altri profeti avevano assicurato che una grande stella cometa sarebbe sorta. Il presepe – prosegue il Vescovo – mette in scena il racconto di un Dio tanto grande che, per cercare l’uomo, sceglie di farsi piccolo, così piccolo da stare prima nel seno di Maria e poi in una greppia davvero povera: la mangiatoia di una stalla! È la mangiatoia che dà il nome al presepe ed è proprio di questa culla che voglio parlare con voi. Il Figlio di Dio viene sulla terra e la sua prima “casa” è un umile greppia, il contenitore in cui si mette il foraggio per gli animali.
Dopo aver raccontato la storia di san Francesco d’Assisi, che per la prima volta nel 1223 decise di rappresentare in una grotta a Greccio la scena del Bambino nato a Betlemme, il Vescovo auspica che ogni lettore possa fare del proprio cuore una mangiatoia, permettendo a Dio, che viene ancora oggi, di trovare una “casa” dentro di voi.
Conclude con l’augurio di realizzare “in un angolino della vostra casa un presepe e di fermarvi a guardare tutti personaggi con un po’ di attenzione, magari con i vostri cari, ascoltando i meravigliosi canti di Natale. Vi ricordate: Tu scendi dalle stelle, Venite fedeli? Forse proverete una dolce sensazione. Vi verrà di abbozzare un sorriso simile a quello di Gesù Bambino. Quel sorriso non gettatelo via, conservatelo per donarlo a tutti i vostri amici, quelli vicini e quelli lontani, quelli vecchi e quelli nuovi, anche a quelli che vi hanno fatto qualche sgarbo. Il sorriso crea legami, rende vicini i cuori e comincia a far diventare realtà il sogno di Gesù: che tutti gli uomini vivano in pace come fratelli e che i bambini meno fortunati di voi abbiano anche loro l’essenziale per vivere col sorriso.