Il Punto – L’effetto Trump sull’Ue

Non tocca a me spiegare perché Trump abbia vinto le elezioni in America (non saprei neppure farlo); e nemmeno dire se il suo programma politico sia poco o molto soddisfacente da un punto di vista cattolico. Provo invece a dire come l’avvento di Trump al potere in America potrà incidere sulla politica dell’Italia e dell’Unione europea. Il nuovo Presidente promette di essere nazionalista e isolazionista. In questo modo ha entusiasmato buona parte dei suoi concittadini, e si può capire. Si capisce di meno perché ne siano entusiasti anche quei politici che, in Italia e in Europa, propongono per i rispettivi Paesi una linea ugualmente isolazionista e nazionalista.

Se gli americani si sentono tanto forti da poter bastare a se stessi, non è detto che lo stesso discorso valga anche per noi. L’Europa è uscita dal Medioevo ed è entrata nell’età moderna, guarda caso, proprio con quell’evento che convenzionalmente chiamiamo scoperta dell’America, e che ha significato l’aprirsi dei maggiori Paesi europei verso il resto del mondo. La straordinaria prosperità che l’Europa nel suo insieme ha goduto per circa cinque secoli era frutto dell’apertura dei mercati e della circolazione dei beni; quando gli europei hanno alzato barriere e fatto guerre gli uni contro gli altri, ne hanno riportato danni e tragedie. La globalizzazione, oggi accusata di essere la causa di tutti i mali, l’abbiamo inventata noi europei quando abbiamo colonizzato il Continente americano (dall’Alaska allo Stretto di Magellano), l’Africa (dal Mediterraneo al Capo di Buona Speranza), buona parte dell’Asia e l’intera Oceania.

Se ci chiudiamo, torniamo al Medioevo, non all’età dell’oro. Se Trump abbandona l’Europa al suo destino – in campo politico, economico e militare – l’Europa può salvarsi solo rafforzando la propria unità, ancora malcerta, e diventando una buona volta quella grande potenza che può essere se mette insieme con intelligenza tutte le sue risorse, quelle morali e culturali prima ancora di quelle economiche. I trumpisti di casa nostra – italiani, francesi, austriaci, inglesi – vanno nella direzione opposta.

AUTORE: Pier Giorgio Lignani